Residenze per anziani lontane dai bisogni reali
Le Residenze per anziani coprono appena il 7,6% delle richieste degli over 65 non autosufficienti, lasciando scoperta una larga fetta di popolazione anziana in crescente difficoltà. È quanto emerge dal settimo Rapporto Osservatorio Long Term Care CERGAS SDA Bocconi-Essity, che restituisce un quadro allarmante sull’adeguatezza dell’attuale sistema di assistenza a lungo termine. Il report si basa su un’indagine condotta su 106 strutture, ognuna con una media di 113 posti letto, e fotografa una situazione in cui le risorse disponibili non riescono a soddisfare il fabbisogno effettivo.
Assistenza domiciliare integrata, il servizio più diffuso ma ancora limitato
L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) si conferma il servizio più diffuso sul territorio nazionale, ma raggiunge soltanto il 30,6% degli anziani che ne avrebbero necessità. Una percentuale lontana dalla copertura ottimale, che risente anche della costante riduzione delle ore medie di assistenza per ogni utente. Il modello dell’ADI, pur rappresentando un’alternativa valida alla residenzialità, continua a essere penalizzato da risorse limitate e da una pianificazione frammentaria che non riesce a garantire una presa in carico continuativa e completa.
Centri diurni: una risposta marginale e poco accessibile
Ancora più critico è il dato relativo ai centri diurni, che coprono solo lo 0,6% delle necessità degli anziani non autosufficienti. Una presenza marginale nel panorama dei servizi dedicati, che denota una grave carenza di strutture intermedie capaci di fornire supporto durante il giorno, alleggerendo il carico sulle famiglie e prevenendo forme di istituzionalizzazione precoce. L’assenza di una rete capillare di centri diurni rappresenta un tassello mancante in un sistema che dovrebbe puntare sull’integrazione e sulla gradualità delle risposte assistenziali.
Una domanda in crescita che supera i 4 milioni di anziani non autosufficienti
Il Rapporto sottolinea inoltre come la domanda stia crescendo rapidamente. Nel 2023, il numero di anziani non autosufficienti in Italia ha superato la soglia dei 4 milioni, registrando un aumento dell’1,7% rispetto al 2021. Una dinamica demografica che rende ancora più urgente il potenziamento dei servizi, affinché il sistema possa rispondere in modo tempestivo e adeguato all’evoluzione dei bisogni.
Valutazione del bisogno: un processo frammentato che penalizza l’efficacia
La valutazione del bisogno, fase cruciale per l’accesso ai servizi, coinvolge principalmente il Medico di Medicina Generale, le Aziende Sanitarie e i Servizi Sociali Comunali. Tuttavia, il Rapporto evidenzia come questo processo risulti “parcellizzato e non tenga conto delle caratteristiche dei servizi di cui gli anziani avrebbero bisogno”. I rapporti tra i diversi attori del sistema sono spesso limitati a scambi formali e amministrativi, alimentando il rischio di offrire prestazioni non coerenti con le esigenze reali degli utenti.
RSA spesso isolate nella gestione dei servizi
In ben il 38% dei casi, le Residenze per anziani gestiscono autonomamente la definizione dei dettagli relativi all’erogazione dei servizi. Questa autonomia, se non inserita in un contesto di coordinamento strutturato, genera inefficienze e duplicazioni, in particolare nei momenti critici come l’attivazione dei servizi di emergenza, il trasferimento in pronto soccorso o il ricovero ospedaliero. La mancanza di una vera interfaccia operativa con gli altri attori sanitari compromette l’integrazione delle cure e la continuità assistenziale.
Dialogo istituzionale incentrato sui budget, non sui servizi
Secondo quanto emerge dal Rapporto, il confronto tra le RSA e gli enti istituzionali si concentra prevalentemente su aspetti economici e organizzativi, lasciando in secondo piano il merito dell’offerta assistenziale. Le strutture dialogano con le Aziende Sanitarie per verifiche sui livelli assistenziali (65%) e per la definizione dei profili degli ospiti (51%), mentre il 43% discute con queste ultime il budget annuale. Solo nel 18% dei casi, invece, si registra un’interlocuzione attiva con i Servizi Sociali Comunali, a conferma di un sistema che fatica a fare rete a livello locale.
La necessità di una rete integrata per rafforzare il welfare
Il Rapporto conclude con un appello chiaro: è necessario creare una connessione sempre più stretta tra Residenze per anziani, ospedali e servizi territoriali, al fine di migliorare efficacia ed efficienza del sistema di welfare. L’integrazione tra i diversi livelli assistenziali deve diventare la priorità per garantire risposte tempestive, appropriate e sostenibili ai bisogni di una popolazione anziana sempre più numerosa e fragile.