Nonostante gli sforzi dell’amministrazione francese e del Comitato olimpico per rendere la Senna balneabile e idonea alle competizioni in acque aperte, non è possibile eliminare completamente i rischi sanitari dovuti all’inquinamento del fiume per gli atleti delle Olimpiadi del 2024.
La comunità scientifica italiana ha espresso preoccupazione per i pericoli affrontati dagli atleti che gareggiano nella Senna, a seguito del ricovero dell’atleta belga Claire Michel per un’infezione da Escherichia coli.
I rischi dell’Escherichia coli e altri batteri
“La presenza nelle acque dei fiumi di batteri fecali, come ad esempio l’Escherichia coli, può provocare infezioni gastrointestinali nell’uomo con sintomi come diarrea e vomito – spiega il presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), Alessandro Miani – Si possono verificare poi infezioni della pelle e degli occhi per via del contatto con l’acqua contaminata, con conseguenti eruzioni cutanee e infezioni oculari. Altro rischio importante è la leptospirosi, malattia causata da batteri presenti nell’urina degli animali come ratti e topi: i sintomi includono febbre alta, mal di testa e dolori muscolari”.
Inquinanti chimici nelle acque della Senna
“Occorre poi considerare le esposizioni agli inquinanti chimici presenti nelle acque dei fiumi, come metalli pesanti, pesticidi o altre sostanze, i cui effetti nocivi sulla salute non sono immediati, ma si riscontrano sul lungo termine”, conclude Miani.
L’impatto sulla salute degli atleti
“La sicurezza zero non esiste con tanti cofattori implicati in un’acqua libera come un fiume”, sottolinea Miani che evidenzia come a bagnarsi in quelle acque “sono degli atleti che comunque si preparano per tanti anni e devono centrare il loro obiettivo in pochi giorni. Per loro una semplice gastroenterite o due linee di febbre possono significare essere messi fuori gioco in quei pochi giorni in cui si giocano la carriera o il rinnovo con gli sponsor. Si mette a rischio anche il loro futuro economico, nonché professionale. Diversa è la situazione della sindaca di Parigi che ha fatto il bagno nella Senna inquinata. Ma lei non sta gareggiando per le Olimpiadi, non mette a rischio tutto con un eventuale malessere passeggero”.
“Far nuotare gli atleti nella Senna ha riportato il mondo indietro di 100 anni”, così Matteo Bassetti esprime tutta la sua indignazione per la ripresa delle gare di triathlon alle Olimpiadi di Parigi 2024 dopo il ricovero dell’atleta belga Claire Michel. “Louis Pasteur, padre della moderna microbiologia, si rivolta nella tomba”, ha aggiunto l’infettivologo, in un messaggio su X.
“Le acque del fiume sono putride e costituiscono un grave rischio per la salute degli atleti. Alla fine l’Escherichia coli è il minore dei problemi infettivologici che si possono contrarre nella Senna. È davvero incomprensibile pensare che si sia potuto mettere a rischio la salute degli atleti, nonostante la comunità scientifica avesse chiaramente avvisato gli Organizzatori dei potenziali rischi”, scrive il primario del Policlinico San Martino di Genova. Si tratta infatti di “un problema ben conosciuto, risolvibile con una terapia antibiotica”. Ma in quelle “acque putride, popolate da topi e chissà quale altro animale”, si possono fare anche incontri con rischi potenzialmente gravissimi, spiega l’esperto all’Adnkronos Salute.
“Dalla leptospirosi alla salmonella, alla shigella e alla yersinia” sono le insidie batteriche elencate Bassetti. “Per non parlare poi di tutti quelli che sono i protozoi o gli altri parassiti che possono arrivare attraverso l’acqua: dall’ameba alla giardia”. I pericoli “sono veramente tanti” e i sintomi anche parecchio seri: “Possono passare da mal di pancia, diarrea e vomito alla febbre alta – descrive il direttore di Malattie infettive dell’Irccs genovese – fino a manifestazioni più importanti, anche gravissime, a carico di alcuni organi”. Per Bassetti “è davvero incomprensibile come si possa aver consentito a degli atleti di nuotare in un fiume tanto inquinato che rappresenta un rischio per la loro salute”, averlo permesso “nonostante la comunità scientifica avesse chiaramente avvisato gli organizzatori dei potenziali rischi”.


