sabato, Aprile 26, 2025
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La malattia dei Vichinghi e l’eredità lasciata dai Neanderthal

Cos’è la malattia dei Vichinghi?

Anche la malattia dei Vichinghi entra nel gruppo delle eredità lasciateci dai Neanderthal, dopo il colore della pelle e dei capelli, la tendenza ad accumulare la pancetta e la predisposizione a malattie come schizofrenia e Covid-19: tre dei maggiori fattori di rischio per questa patologia, che porta le dita della mano a bloccarsi in una posizione piegata, sono infatti dovuti a geni neandertaliani. Lo ha scoperto uno studio guidato dall’Istituto svedese Karolinska e dall’Istituto tedesco Max Planck per l’Antropologia Evolutiva, che ha analizzato il Dna di oltre 650.000 persone tra sane e non. La ricerca, pubblicata sulla rivista Molecular Biology and Evolution, è un’ulteriore prova che la mescolanza tra i Neanderthal ed i nostri antenati ha avuto conseguenze importanti.

Cos’è la malattia dei Vichinghi e quali sono i sintomi

La Malattia dei Vichinghi, nota anche come Malattia dell’Osso Vichingo, è una condizione ossea rara che prende il nome dai reperti scheletrici di alcuni vichinghi risalenti all’epoca medievale. Questa patologia colpisce principalmente le ossa lunghe del corpo, come femori, tibie e omeri, ma può coinvolgere anche altre parti del sistema scheletrico. I sintomi della Malattia dei Vichinghi possono variare da individuo a individuo, ma ci sono alcune caratteristiche comuni che possono suggerire la presenza di questa patologia. Tra i sintomi più comuni ci sono:

  • Dolore osseo: molte persone affette dalla Malattia dei Vichinghi lamentano un dolore persistente e localizzato nelle aree colpite dell’osso.
  • Deformità scheletriche: l’osso interessato può subire deformazioni che portano a una struttura irregolare e anomala.
  • Limitazione dei movimenti: a causa delle deformità e del dolore, i pazienti possono sperimentare una limitazione dei movimenti delle articolazioni associate all’osso colpito.

Le cause ed ereditarietà

Le cause esatte della Malattia dei Vichinghi non sono ancora completamente comprese dalla comunità medica. Tuttavia, si ritiene che la patologia abbia una base genetica, con una predisposizione ereditaria che aumenta il rischio di svilupparla. Alcuni fattori di rischio che possono contribuire alla comparsa della malattia includono:

  • Ereditarietà: la presenza di una storia familiare di Malattia dei Vichinghi aumenta il rischio di sviluppare la patologia.
  • Mutazioni genetiche: alcune mutazioni genetiche specifiche sono state associate alla comparsa della malattia.
  • Fattori ambientali: sebbene meno rilevanti, alcuni fattori ambientali potrebbero contribuire al manifestarsi della malattia, anche se ulteriori studi sono necessari per comprenderne l’effettivo impatto.

Lo studio su 650.000 individui

Ne soffre fino al 30% degli uomini oltre i 60 anni che vivono nel Nord Europa e da qui deriva il suo soprannome. “Poiché il morbo di Dupuytren è raramente osservato negli individui di origine africana, ci siamo chiesti se le varianti genetiche dei Neanderthal potessero spiegare in parte questa patologia”, commenta Hugo Zeberg del Karolinska, che ha guidato lo studio insieme a Svante Pääbo dell’Istituto Max Planck, premio Nobel per la medicina nel 2022, come si legge sull’Ansa. I ricercatori hanno analizzato il Dna di oltre 7.000 individui affetti e più di 645.000 sani provenienti da Stati Uniti, Regno Unito e Finlandia. Hanno così identificato 61 fattori di rischio genetici per questo disturbo: tre di questi, tra i più importanti, sono stati ereditati dai Neanderthal.

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