lunedì, Novembre 10, 2025
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In Italia i medici più anziani d’Europa: il 55% ha più di 55 anni

I più anziani d’Europa, carenti sul territorio e con troppi pazienti a carico.

È il ritratto dei medici italiani che emerge da una Nota dell’ISTAT in relazione ai ddl sull’accesso ai corsi di laurea in Medicina. Da anni il servizio sanitario è in sofferenza. Tra le cause, anche la carenza di personale. Secondo l’Istat, nel prossimo futuro il servizio sanitario nazionale potrebbe affrontare una sfida crescente a causa dell’aumento della richiesta di assistenza derivante dall’invecchiamento della popolazione e dall’incremento delle malattie croniche e della multimorbilità. Affrontare questa situazione richiederà un’accurata pianificazione da parte delle autorità competenti.

I dati

L’Istat riporta che nel 2021 l’Italia si classifica al quattordicesimo posto tra i paesi dell’Unione Europea per il numero di medici ogni 100.000 abitanti (410,4). Questo indice è superiore a quello della Francia (318,3) e del Belgio (324,8), ma inferiore a quello dell’Austria (540,9), della Germania (453,0) e della Spagna (448,7). Nel dettaglio, il numero di medici specialisti in Italia, pari a 328,3 per 100.000 abitanti, supera quello dell’Austria (300,7), della Spagna (277,6) e della Francia (180,0), ma è inferiore a quello della Germania (349,5). Tuttavia, i Medici di Medicina Generale (MMG) in Italia registrano un indice notevolmente inferiore rispetto ad altri paesi europei, con 68,1 rispetto a 72,8 in Germania, 74,8 in Austria, 94,4 in Spagna e 96,6 in Francia.

L’Istat segnala che in Italia il numero dei Medici di Medicina Generale (MMG) è diminuito negli ultimi dieci anni, passando da 40.250 nel 2021 a 5.187 unità in meno rispetto al decennio precedente. L’offerta di MMG è diminuita da 76 per 100.000 abitanti nel 2012 a 68 nel 2021. Nel frattempo, il carico di assistenza per MMG è aumentato da 1.156 assistiti a 1.260, con la percentuale di MMG che hanno più di 1.500 assistiti (il limite superiore stabilito dalla normativa nazionale) salita dal 27,3% nel 2012 al 42,1% nel 2021.

La carenza progressiva di MMG interessa tutte le regioni del paese, ma il Nord risulta essere la zona geografica più colpita, con una diminuzione costante del numero di MMG, passando da 71 per 100.000 abitanti nel 2012 a 62 nel 2021. Nel 2021, le regioni Centro e Mezzogiorno mostrano valori simili, rispettivamente pari a 74 e 73,1 MMG per 100.000 abitanti.

I più anziani d’Europa

Per quanto riguarda i medici specialisti attivi nel sistema sanitario, l’età media nel 2022 è di 53,7 anni, con il 49,2% dei medici specialisti aventi 55 anni o più. Tra le specializzazioni più comuni, oltre il 50% dei cardiologi, ginecologi, internisti, psichiatri e soprattutto chirurghi (58,6%) ha più di 54 anni. Altre specializzazioni registrano un notevole invecchiamento: tra il 2012 e il 2022 la percentuale di specialisti con più di 54 anni è aumentata dal 26% al 41,8% tra i medici d’urgenza, dall’23,7% al 32,8% tra gli oncologi e dal 32,8% al 45,2% tra i geriatri. È importante notare che il Servizio Sanitario Nazionale dovrà affrontare una crescente domanda di assistenza nei prossimi anni, dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione e all’aumento delle malattie croniche e della multimorbilità.

Non cresce il numero dei medici di dipendenti del Ssn

Negli anni antecedenti alla pandemia, il numero di medici specialisti dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è leggermente diminuito in termini assoluti, passando da circa 105.000 unità nel 2012 a circa 102.000 nel 2019. Il dato più recente, relativo al 2021, si attesta su 102.376 medici dipendenti, cifra simile a quella del 2019. Nonostante gli interventi normativi straordinari volti a potenziare il personale medico-sanitario, il tasso di medici specialisti dipendenti rispetto alla popolazione, pari a 173,3 per 100.000 abitanti nel 2021, rimane inferiore rispetto a dieci anni prima (175,7 nel 2012) e lievemente superiore rispetto al 2019 (169,7). Inoltre, rispetto al totale dei medici specialisti in attività nel sistema sanitario pubblico e privato, la percentuale dei medici specialisti dipendenti del SSN mostra una tendenza decrescente nel tempo: erano il 62,6% nel 2012, il 56,2% nel 2019 e il 54,8% nel 2021.

Uno su tre abbandona volontariamente il Ssn

Le cessazioni dal servizio dei medici del SSN “risultano in aumento nel tempo: erano 6.731 nel 2012, 9.232 nel 2019, 10.596 nel 2021. Tra i motivi della cessazione, nel 2021, il 20,9% è dovuto a collocamento a riposo per limiti di età e il 31,5% a dimissioni con diritto alla pensione, il 17,1% al passaggio ad altre amministrazioni pubbliche, vincita di concorsi o risoluzione del rapporto di lavoro, mentre il restante 30,5% ad altre cause, tra cui le dimissioni volontarie (che possono evidenziare la scelta di esercitare la propria professione nel settore privato o all’estero)”.

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