venerdì, Novembre 7, 2025
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Infertilità maschile, trovati batteri che possono comprometterla

Un eccesso di specifici ceppi batterici, come Pseudomonas, Prevotella e Lactobacillus iners, nel liquido seminale potrebbe compromettere la fertilità maschile, creando un micro-ambiente infiammatorio sfavorevole. Questa correlazione è stata evidenziata in due review scientifiche condotte da ricercatori dell’Università di Napoli ‘Federico II’, in collaborazione con colleghi brasiliani e danesi, e dall’Università di Padova. Gli studi, pubblicati su Frontiers in Endocrinology e Cells, analizzano rispettivamente 37 e 27 ricerche, dimostrando che “un aumento di ceppi di Prevotella e Pseudomonas e l’incremento di Lactobacillus iners siano fattori di rischio per la concentrazione spermatica nel liquido seminale causandone una riduzione sotto la soglia minima stabilita” dall’Organizzazione mondiale della sanità.

La relazione tra microbiota e infertilità maschile

Durante il VI Congresso Natura, Ambiente, Uomo (Nau), gli esperti della Società italiana di Andrologia (Sia) hanno approfondito questo tema cruciale. Secondo la Sia, “un numero ridotto di spermatozoi è causa o concausa di almeno il 30% dei casi di infertilità di coppia”. Negli ultimi 50 anni, infatti, la concentrazione e la conta totale degli spermatozoi sono calate in modo significativo, con un dimezzamento registrato negli ultimi decenni e un ritmo di riduzione che si è più che raddoppiato dal 2000.

Secondo Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore di Urologia presso l’Università Federico II di Napoli, “un tempo si riteneva che il liquido seminale fosse naturalmente privo di batteri; qualsiasi microbo trovato tra gli spermatozoi era considerato un segno di infezione. Ma le ricerche più recenti stanno ora dimostrando che lo sperma ha una propria comunità microbica, proprio come accade nell’intestino o nella vagina”. Palmieri sottolinea che il microbioma dello sperma, se in equilibrio, contribuisce al benessere maschile, ma un suo squilibrio può avere un ruolo determinante nell’infertilità.

Alterazioni del microbiota e impatto sulla qualità spermatica

Le alterazioni del microbiota maschile possono influire negativamente sulla qualità dello sperma, analogamente a quanto già noto per il microbioma femminile e gli esiti della gravidanza. Palmieri evidenzia che “gli uomini con alterazioni nell’ottimale fisiologia spermatica mostrano una composizione del microbiota differente rispetto agli individui fertili, e questa potrebbe essere associata a condizioni di oligozoospermia”. In particolare, una review condotta su oltre 9300 uomini dal 1980 al 2023 ha confermato che un eccesso di ceppi di Prevotella e Lactobacillus è più comune negli uomini con una conta spermatica ridotta rispetto a quelli con valori normali. La review dell’Università di Padova ha inoltre individuato alte concentrazioni di ceppi di Pseudomonas, sottolineando come l’eccesso di Lactobacillus possa produrre acido lattico, generando un ambiente locale infiammatorio che compromette il numero degli spermatozoi.

Nuove prospettive per lo studio del microbiota seminale

Nonostante i progressi, lo studio del microbiota del liquido seminale rimane un ambito poco esplorato nella diagnosi dell’infertilità maschile. Tuttavia, secondo Palmieri, “le conoscenze accumulate potrebbero cambiare le cure e aprire la strada a nuove strategie terapeutiche per correggere le alterazioni dei parametri spermatici e migliorare la fertilità maschile”. L’approfondimento di questi aspetti potrebbe fornire risposte alle forme di infertilità definite ‘idiopatiche’ o ‘sine causa’, offrendo nuove speranze alle coppie che desiderano concepire.

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