domenica, Maggio 18, 2025
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Il mondo del calcio piange Sven Goran Eriksson: aveva un tumore al pancreas

Foto © LaPresse

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Sven-Göran Eriksson, uno degli allenatori più influenti e rispettati della storia recente del calcio. Con una carriera brillante e una vita dedicata allo sport, Eriksson ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore dei tifosi e di chi ha lavorato con lui in questi anni.

Sapeva che la fine era inevitabile, e l’ha affrontata con la dignità e il sorriso di un vero gentiluomo. Colpito da un cancro inoperabile al pancreas, Eriksson è morto all’età di 76 anni, lasciando un messaggio che è molto più di un semplice epitaffio: «La vita riguarda anche la morte. Spero che mi ricordiate come un brav’uomo”.

La battaglia contro il cancro

Lo scorso gennaio, Eriksson ha annunciato pubblicamente di essere stato colpito da un cancro incurabile al pancreas, rivelando che gli rimaneva circa un anno di vita. Nonostante la malattia, ha trovato la forza di visitare alcuni degli stadi più importanti della sua carriera, tra cui l’Olimpico di Roma, Anfield Road, e quelli di Benfica e Sampdoria, per salutare i suoi tifosi. “Non siate dispiaciuti. Sorridete. Grazie di tutto: allenatori, giocatori, pubblico. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi, della vostra vita e vivetela fino in fondo. Addio”, ha concluso Eriksson.

Un esempio di coraggio e umiltà

Con la sua morte, il calcio perde non solo un grande allenatore, ma anche un uomo di straordinario coraggio e umiltà. Sven-Göran Eriksson ha affrontato la malattia con la stessa determinazione che lo ha caratterizzato come allenatore, lasciando un’eredità che va oltre i successi sul campo.

Una carriera di successi: dal Göteborg alla Nazionale Inglese

Nato il 5 febbraio 1948 a Torsby, in Svezia, Eriksson ha lasciato un segno indelebile nel panorama calcistico internazionale, grazie alla sua brillante carriera che ha attraversato decenni e confini nazionali.

Eriksson ha iniziato la sua carriera da allenatore nei primi anni ’70, ma è con l’IFK Göteborg che ha raggiunto la fama internazionale, guidando la squadra alla vittoria della Coppa UEFA nel 1982. Questo trionfo ha aperto le porte del calcio europeo, portandolo ad allenare squadre prestigiose come il Benfica, la Roma, la Fiorentina e la Lazio. Con la Lazio, Eriksson ha vinto lo scudetto nella stagione 1999-2000, oltre a una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, consolidando la sua reputazione di grande stratega.

Il punto culminante della sua carriera è arrivato nel 2001, quando è stato nominato commissario tecnico della nazionale inglese, diventando il primo allenatore straniero nella storia dei Tre Leoni. Durante il suo mandato, Eriksson ha portato l’Inghilterra ai quarti di finale di due Mondiali (2002 e 2006) e un Europeo (2004), ottenendo ottimi risultati e guadagnandosi il rispetto della comunità calcistica internazionale.

Tumore al pancreas: sintomi e cure

Il tumore del pancreas è tra i più difficili da curare e presenta un tasso di sopravvivenza estremamente basso. Le statistiche mostrano che solo il 34% degli uomini e il 37,4% delle donne sopravvivono a un anno dalla diagnosi, mentre la sopravvivenza a cinque anni si riduce rispettivamente all’11% e al 12%. Nel 2022, in Italia sono stati stimati circa 14.500 nuovi casi di tumore al pancreas, confermando la gravità della situazione.

I soggetti più a rischio sono i fumatori tra i 50 e gli 80 anni. Secondo il rapporto “I numeri del cancro in Italia”, redatto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum), eliminare il fumo potrebbe ridurre del 33% i decessi per tumore del pancreas negli uomini e del 13% nelle donne.

Un altro fattore che aumenta il rischio è la presenza di mutazioni genetiche specifiche. Tra queste, le mutazioni associate alle neoplasie della mammella e dell’ovaio, la sindrome da melanoma familiare con nei multipli atipici, la pancreatite familiare, la sindrome di Lynch e la sindrome di Peutz-Jeghers.

Altri elementi che possono favorire lo sviluppo del tumore del pancreas includono l’abuso di alcol e caffè, la sedentarietà, l’obesità e l’esposizione professionale a solventi industriali e agricoli, oltre ai derivati della lavorazione del petrolio. Anche la dieta gioca un ruolo cruciale: un’alimentazione ricca di grassi e proteine animali è stata associata a un aumento del rischio. Lo stesso Eriksson, attraverso numerose interviste, ha sottolineato l’importanza di uno stile di vita sano: “Prendetevi cura della vostra vita”.

I sintomi

Il tumore del pancreas in fase precoce spesso non presenta sintomi evidenti. Quando i sintomi si manifestano, possono essere vaghi e facilmente confusi con altre condizioni. Questo rende la diagnosi difficile, spesso portando a un’identificazione tardiva della malattia. Tra i sintomi più comuni si annoverano:

  • Perdita di peso e di appetito
  • Ittero (colorazione gialla degli occhi e della pelle)
  • Dolore nella parte superiore dell’addome o alla schiena
  • Debolezza, nausea o vomito
  • Diabete (in una percentuale del 10-20% dei casi)

Metodi Diagnostici

La diagnosi del tumore al pancreas richiede una visita medica accurata per identificare segni o sintomi e raccogliere informazioni sulla storia medica del paziente. Gli esami diagnostici includono:

  • Tomografia computerizzata (Tc) per rilevare la presenza del tumore e la sua eventuale diffusione.
  • Ecografia dell’addome.
  • Tomografia a emissione di positroni (Pet), a volte combinata con la Tc (Pet/Tc), per identificare eventuali metastasi.

Possibili cure per il tumore al pancreas

Nonostante i progressi in campo medico, il tumore del pancreas rimane uno dei più difficili da trattare. Circa il 20% dei pazienti può essere sottoposto a chirurgia se il tumore è diagnosticato in fase iniziale. Dopo l’intervento, è spesso necessaria la chemioterapia, che rimane, insieme alla radioterapia, una delle poche opzioni per i tumori non operabili. In alcuni casi, si può considerare una chemioterapia neoadiuvante, somministrata prima della chirurgia.

Alcuni farmaci a bersaglio molecolare sono già utilizzati per sottotipi specifici di tumore pancreatico. Tra questi, gli inibitori tirosin-chinasici come l’erlotinib. Inoltre, in presenza di mutazioni nei geni Brca1 e Brca2, l’inibitore di Parp olaparib potrebbe essere utile come terapia di mantenimento, sebbene non sia ancora prescrivibile in Italia a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Sono in corso sperimentazioni con farmaci immunoterapici che potrebbero potenziare la risposta del sistema immunitario contro il tumore. Anche se le terapie attualmente disponibili non sono risolutive, alcune hanno dimostrato di allungare l’aspettativa di vita per molti pazienti.

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