Oggi, 26 giugno, si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe. Istituita dall’Assemblea generale dell’ONU nel 1987, questa ricorrenza mira a sensibilizzare la comunità globale sul grave problema del consumo di droga, promuovendo azioni di prevenzione contro l’abuso di sostanze.
In Italia, nel 2022, oltre 129.000 persone dipendenti da sostanze hanno ricevuto assistenza nei Servizi pubblici per le Dipendenze (Ser.D). Questi dati, forniti dal Ministero della Salute, indicano che nello stesso anno più di 17.000 nuovi utenti (il 13,5%) si sono rivolti ai centri per la cura, la prevenzione e la riabilitazione dei pazienti tossicodipendenti. La maggioranza di questi nuovi utenti erano uomini (86%), con un rapporto di una donna ogni sei uomini.
Consumo di droghe, come parlarne ai propri figli?
I rischi associati all’uso di sostanze negli adolescenti e sul loro cervello in via di sviluppo sono elevati. I genitori possono e devono comunicare chiaramente che evitare le droghe è la scelta migliore per la salute dei propri figli, ma non possono controllare ogni aspetto della loro vita. Per instaurare un dialogo efficace su questo tema, non esiste un metodo unico valido per tutti, ma questi 5 principi dell’Istituto Europeo delle dipendenze (IEuD) possono essere utili.
- Rendi chiari i tuoi valori e le tue regole
I genitori a volte utilizzano espressioni come “essere intelligenti” o “prendere buone decisioni”, ma questi termini possono essere interpretati in modi diversi. Ad esempio, un genitore che dice “Sii intelligente!” potrebbe intendere “Non bere”, mentre il figlio potrebbe interpretarlo come “Non bere troppo da svenire”. È importante essere specifici. Se intendi dire “Puoi uscire con i tuoi amici purché tu mi assicuri che non userai marijuana”, dillo chiaramente. - Chiedi e ascolta, ma resisti all’impulso di fare lezione
Da adulti tendiamo spesso a impartire lezioni ai figli affinché non ripetano i nostri errori, ma potrebbe essere più efficace stimolare la loro curiosità e incoraggiarli a cercare risposte da soli. Porre domande come: “Dimmi, cosa sai della marijuana?” dimostra agli adolescenti che il loro punto di vista è apprezzato e potrebbe renderli più inclini ad aprirsi. Usare affermazioni riflessive e non giudicanti aiuta a far sentire tuo figlio ascoltato, facilitando il dialogo. Ad esempio: “Quindi hai sentito dire che la marijuana è abbastanza sicura perché è naturale. Pensi che sia corretto?”. Non è necessario essere d’accordo con tutto ciò che dice tuo figlio; l’importante è che sappia di essere ascoltato. - Se tuo figlio ha fatto uso di sostanze, prova a esplorare i motivi
Gli adolescenti possono usare sostanze per gestire l’ansia, alleviare lo stress, distrarsi dalle emozioni spiacevoli o connettersi socialmente con i loro coetanei. Essere curiosi riguardo a queste ragioni potrebbe aiutare tuo figlio a sentirsi meno giudicato, aprendo una finestra sui conflitti sottostanti, sviluppando una nuova consapevolezza del suo comportamento e individuando problematiche che potrebbero richiedere un supporto professionale, soprattutto se l’uso di sostanze è regolare. Tuttavia, queste conversazioni possono essere difficili per un genitore, e alcuni giovani potrebbero non essere consapevoli del motivo per cui usano droghe. - Sapere quando (e come) intervenire
Affrontare il tema dell’uso di droghe con gli adolescenti può essere delicato. Vogliamo incoraggiare l’apertura e l’onestà, ma anche inviare messaggi chiari che li aiutino a restare al sicuro. Gli adolescenti che fanno uso di sostanze in modo ricorrente o che hanno avuto problemi legati all’uso di sostanze potrebbero sviluppare una dipendenza patologica. È raccomandabile che ricevano una valutazione professionale da personale qualificato. - Prestare attenzione a qualsiasi storia familiare di dipendenza
Una parte significativa della vulnerabilità alla dipendenza da sostanze è ereditaria. Anche l’esposizione all’uso di droghe o alcol in casa rappresenta un importante fattore di rischio. Queste condizioni possono riguardare parenti di primo o secondo grado (come un genitore, un nonno, una zia o uno zio) con un disturbo da uso di sostanze, e la vulnerabilità non è generalmente limitata a una singola sostanza. Parlare apertamente del rischio familiare collegato all’uso malsano o alla dipendenza da droghe o alcol potrebbe aiutare gli adolescenti a fare scelte corrette e a non iniziare a usare droghe.