Il 30 maggio ricorre il World MS Day, Giornata mondiale della sclerosi multipla.
La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, cronica, complessa e imprevedibile, ma né contagiosa né mortale. Grazie ai trattamenti e ai progressi della ricerca, le persone con sclerosi multipla possono mantenere una buona qualità di vita, con un’aspettativa non distante da chi non riceve questa diagnosi.
La malattia
La sclerosi multipla è caratterizzata da una reazione anomala delle difese immunitarie che attaccano alcuni componenti del sistema nervoso centrale scambiandoli per agenti estranei, per questo rientra tra le patologie autoimmuni.
L’infiammazione, infatti, viene scatenata dal sistema immunitario. Può danneggiare sia la mielina (guaina che circonda e isola le fibre nervose) che le cellule specializzate nella sua produzione (oligodendrociti), oltre alle fibre nervose stesse. Questo processo, detto demielinizzazione, può provocare aree di perdita o lesione della mielina. Si tratta delle cosiddette placche. Queste possono presentarsi ovunque nel sistema nervoso centrale, ma colpiscono in particolare i nervi ottici, il cervelletto e il midollo spinale. Le placche possono, inoltre, evolvere da una fase infiammatoria iniziale a una fase cronica. In questa fase esse assumono caratteristiche simili a cicatrici (dette, per l’appunto, sclerosi).
I sintomi della malattia possono essere diversi, in base anche all’entità e dalla sede della lesione nel sistema nervoso centrale.
I dati
Tale patologia può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata tra i 20 e i 40 anni. Oggi persone affette da sclerosi multipla stimate nel mondo sono circa 2,8 milioni, di cui 1 milione e 200mila in Europa e circa 130mila in Italia.
Il numero di donne con sclerosi multipla è quasi triplo rispetto agli uomini, e la patologia risulta più diffusa nelle zone lontane dall’equatore a clima temperato. Le zone più colpite sono nord Europa, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Australia del Sud. La prevalenza della malattia, al contrario, sembra avere una progressiva riduzione con l’avvicinarsi all’equatore.