lunedì, Novembre 10, 2025
spot_img

Deficit di testosterone, cambiano i criteri per misurarlo

Gli specialisti della Società Italiana di Andrologia hanno sviluppato un nuovo strumento, descritto sulla rivista Journal of Personalized Medicine, per aiutare i medici a diagnosticare il deficit di testosterone e a prescrivere in modo più preciso e appropriato la terapia ormonale sostitutiva.

Per decidere se somministrare una terapia a base di testosterone agli uomini non più giovani che presentano sintomi di carenza, non è sufficiente valutare i semplici livelli ormonali nel sangue. Oltre ai parametri di laboratorio, che includono i valori di LH (ormone luteinizzante) e FSH (ormone follicolo-stimolante), è necessario considerare una serie di segni e sintomi clinici che indicano un deficit di testosterone. Questi includono sovrappeso e obesità, ipertensione, iperglicemia, disfunzione erettile, depressione, riduzione della massa muscolare, sbalzi di umore e calo della libido. Se alcuni o tutti questi sintomi sono presenti, la terapia con testosterone o suoi derivati è giustificata, anche se i livelli ormonali di laboratorio rientrano nella norma.

Per aiutare i medici a orientarsi tra così tanti fattori eterogenei ma rilevanti, gli specialisti della Società Italiana di Andrologia (SIA) hanno sviluppato per la prima volta un nuovo strumento diagnostico in grado di identificare con precisione quali pazienti possono beneficiare di un trattamento ormonale.

Esiste infatti un range di valori di testosterone totale definito come “zona grigia”, in cui non è chiaro se sia necessario ricorrere alla terapia sostitutiva, causando così incertezza e potenziali ritardi nel trattamento. Questo nuovo strumento diagnostico mira a ridurre tali incertezze, migliorando la tempestività e l’appropriatezza della terapia ormonale sostitutiva per quei pazienti che ne hanno realmente bisogno.

“Il testosterone è l’ormone maschile deputato alla funzione sessuale e allo sviluppo dei caratteri sessuali maschili, cioè sviluppo della massa muscolare, dei peli pubici e del tono della voce – dichiara Alessandro Palmieri, Presidente SIA e Professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli -. Negli ultimi anni è però stata posta molta attenzione al ruolo di questo ormone in altri aspetti della salute maschile. Una carenza di testosterone è associata a rischio cardiovascolare e di ictus rilevante, così come a una più alta probabilità di sviluppare osteoporosi. Tutte patologie molto importanti per la qualità di vita dell’uomo. Inoltre, è stato dimostrato che una diagnosi precoce del deficit di testosterone e una terapia appropriata altrettanto precoce sono in grado di migliorare in modo evidente lo stato di salute”.

Trace (Testosterone ReplACEment)

Da queste premesse nasce il nomogramma Trace (Testosterone ReplACEment), descritto in un nuovo studio SIA pubblicato sul Journal of Personalized Medicine. “Si tratta di uno strumento grafico che integra i livelli di testosterone calcolati nei laboratori con una serie di parametri relativi a sintomi e condizioni cliniche, a ciascuno dei quali è attribuito un punteggio alla cui somma corrisponde una percentuale di probabilità che il paziente con deficit di testosterone necessiti di un trattamento con terapia ormonale sostitutiva”, spiega Tommaso Cai, Segretario Nazionale SIA, Direttore U.O. Urologia di Trento e coordinatore dello studio.

Il nomogramma Trace pone l’attenzione su diversi parametri che sono segni rilevanti di un possibile deficit di testosterone e che devono quindi essere valutati. L’analisi statistica eseguita nell’ambito dello studio SIA ha confermato l’efficacia di Trace, identificando i parametri maggiormente impattanti sulla possibilità di predizione della necessità di terapia ormonale sostitutiva. “Tra questi un parametro importante sono le erezioni notturne, l’assenza delle quali è correlata tra le altre cose anche una possibile carenza di testosterone o a una carenza di efficacia dello stesso – spiega Cai -. Infatti, molto spesso possono esserci livelli nella norma di testosterone ma questo, per problematiche specifiche, non è in grado di dare un effetto sugli organi bersaglio. Pertanto, avere a disposizione un parametro che possa essere una dimostrazione indiretta di un deficit di efficacia è molto importante. Molta rilevanza – prosegue -, viene attribuita anche ad alcuni indici di problematiche metaboliche, come il diabete, l’obesità e l’ipertensione. Anche questi parametri, se alterati, hanno un impatto non solo sulla funzione del testosterone ma aumentano anche il rischio di disturbi vascolari rilevanti, compreso il deficit erettile”.

Nel nomogramma viene dato rilievo anche a parametri di laboratorio indiretti come LH e FSH. “Questi sono due ormoni che vengono prodotti da una piccola ghiandola posta alla base del cervello e si modificano in funzione di un’alterazione biochimica o funzionale del testosterone”, afferma Palmieri.

La novità rispetto a esperienze precedenti è la valutazione dei sintomi urinari. “La nostra analisi ha dimostrato come un deficit di testosterone possa manifestarsi anche con disturbi urinari che spesso vengono sottovalutati – puntualizza Fabrizio Palumbo, Presidente della Commissione scientifica SIA e Dirigente Medico Urologo U.O.C. Urologia Ospedale Di Venere di Bari -. Per questo nel nomogramma viene inserita la valutazione dell’IPPS, un questionario per i disturbi della prostata”.

“In conclusione, il nomogramma pone l’attenzione su molti parametri che sono importanti segni di un possibile deficit di testosterone e che devono essere valutati – conclude Palmieri -. Le parole d’ordine sono quindi diagnosi precoce e terapia precoce”.

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli