Le terapie chemioterapiche possono ridurre sensibilmente le possibilità di concepimento nelle pazienti in età fertile. Dato che i tassi di guarigione dai tumori sono aumentati esponenzialmente negli ultimi anni, è necessario oggi più che mai pensare anche alla qualità di vita post guarigione, così giungono dalla medicina due procedure che offrono una possibilità alle pazienti oncologiche desiderose, un domani, di diventare mamme.
La Dott.ssa Paola Anserini, ginecologa e Responsabile del Centro di fisiopatologia della riproduzione dell’Ospedale San Martino di Genova, spiega che la struttura ospedaliera rappresenta il centro di riferimento regionale per la preservazione della fertilità nei pazienti oncologici. Le tecniche applicate sono essenzialmente due, con indicazioni differenti a seconda dei casi: la crioconservazione dei gameti (spermatozoi per gli uomini e ovociti per le donne) o il congelamento del tessuto ovarico (per le bambine e per le donne che non hanno due settimane di tempo necessarie per la stimolazione e il prelievo degli ovociti).
Crioconservazione di ovociti per donne in età fertile
Mentre la raccolta di liquido seminale per la crioconservazione di spermatozoi è una pratica abbastanza semplice e quindi accettata dalla maggior parte degli uomini in età riproduttiva che devono fare chemioterapie, la crioconservazione di ovociti è una procedura più complessa: “Il primo passo è parlare con il proprio oncologo richiedendo un colloquio onco riproduttivo: a questo punto il centro del San Martino viene contattato, garantendo 365 giorni l’anno la possibilità di svolgere questi colloqui entro 72 ore dalla richiesta”, continua la Dottoressa. La tempestività è fondamentale: la procedura richiede circa 15 giorni di terapie prima dell’inizio della chemioterapia, quindi attraverso un approccio multidisciplinare sarà compito degli specialisti valutare se la paziente può ritardare di un paio di settimane l’inizio delle cure senza che la prognosi oncologica ne risenta. In caso affermativo si procede: “La crioconservazione degli ovociti prevede un’iniezione sottocutanea di farmaci che stimolano la crescita follicolare multipla, da ripetere per 15 giorni circa. Inoltre dovrà essere eseguita anche un’altra iniezione, volta a bloccare l’ovulazione spontanea. In questo arco di tempo si svolgeranno alcuni controlli ambulatoriali con prelievi di sangue ed ecografie per controllare come la paziente risponde alla terapia. Quando da questi controlli emerge che il numero di follicoli è adeguato e di dimensione abbastanza grande, si procede con il ricovero in day hospital e, in sedazione, vengono prelevati gli ovociti per via transvaginale. A questo punto il trattamento è terminato e le uova mature vengono conservate in azoto liquido”. La Dott.ssa Anserini specifica che il trattamento è sostenuto in larga parte dal SSN. Il tasso di utilizzo di ovociti e spermatozoi congelati si aggira tra il 5 e il 15 per cento.
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Il congelamento dei tessuti per le giovanissime
L’altra procedura volta a preservare la fertilità delle pazienti oncologiche prevede il congelamento di tessuto ovarico ed è proposta soprattutto alle pazienti oncologiche bambine, per questo motivo il Centro del San Martino collabora con l’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova. “Il congelamento degli ovociti si può eseguire solo in età riproduttiva, ma una grande quota di tumori che determinano problemi di sterilità – commenta la Anserini – riguarda le bambine, prima del menarca. In alcuni casi in cui non si disponga di due settimane per la stimolazione prima dell’inizio della chemioterapia, il congelamento di tessuto ovarico può essere proposto anche a donne adulte. Questa tecnica prevede un intervento vero e proprio, la laparoscopia, attraverso la quale viene prelevato del tessuto mediante biopsia, congelando frammenti di ovaio. Una volta che la paziente deciderà di averne bisogno, i frammenti di ovaio dovranno essere reimpiantati con un’altra laparoscopia”. Il tasso di gravidanza delle pazienti che sono ricorse al reimpianto di tessuto ovarico si aggira intorno al 30-35% per cento.