La coxartrosi o artrosi dell’anca è una condizione conseguente al consumo del rivestimento cartilagineo della testa femorale e dell’acetabolo, la cavità dell’anca destinata ad accogliere la testa del femore. A seguito dell’usura della cartilagine, le due superfici non riescono più lavorare armonicamente tra loro e, di conseguenza, danno luogo a dolore con correlata limitazione funzionale. Il Dott. Fabrizio Grilli, ortopedico, risponde alle domande più frequenti.
Quali sono le cause dell’artrosi dell’anca?
I fattori che determinano questa usura possono essere idiopatici, cioè non dovuti a cause esterne note che possano spiegare perché un paziente, piuttosto che un altro, sviluppa un’artrosi dell’anca; altre volte si tratta di alterazioni morfologiche che rientrano nell’insieme dei conflitti femoro-acetabolari (patologia dell’anca dove, durante il normale arco di movimento, i due capi articolari non scorrono liberamente) e che determinano negli anni un’usura della cartilagine. Tra le altre cause di coxartrosi troviamo anche necrosi o eventi post traumatici.
Quali sono i soggetti più interessati dall’artrosi dell’anca?
Generalmente la massima incidenza si registra nei soggetti di età compresa tra i 60 e i 70 anni. Ma, contrariamente a quanto si possa pensare, la patologia può colpire anche pazienti giovani, intorno ai 30-40 anni.
Quali sintomi?
La sintomatologia è principalmente dolorosa. Nella maggior parte dei casi il dolore è localizzato a livello dell’inguine, ma talvolta il paziente riferisce dolore anche a livello del ginocchio. Inoltre i soggetti affetti da coxartrosi incontrano spesso difficoltà a compiere piccoli gesti quotidiani che prevedono movimenti come abbassarsi o accucciarsi, come ad esempio infilare le calze o allacciare le scarpe. Nei casi molto gravi si verifica zoppia.
Visita clinica ed esami radiologici: come si definisce la diagnosi?
Lo specialista di riferimento in casi simili è l’ortopedico che, dopo l’ascolto della storia clinica del paziente e della sintomatologia, proseguirà con la visita clinica. A supporto della visita si ricorre in prima istanza alla radiografia: l’RX del bacino e delle anche è generalmente sufficiente per porre diagnosi. Nei casi dubbi può essere utile completare le indagini eseguendo una risonanza magnetica.
Trattamento: terapia conservativa o chirurgia?
Il trattamento va valutato in base alla gravità del caso clinico. Nelle forme iniziali di artrosi dell’anca, ovvero di fronte a condizioni pre artrosiche, e nei soggetti giovani, dove c’è situazione di conflitto femoro acetabolare, è possibile intervenire attraverso un intervento di artroscopia dell’anca. L’operazione in chirurgia mininvasiva previene una precoce evoluzione della condizione dell’articolazione in artrosi conclamata.
Nelle forme non particolarmente gravi e in soggetti over 40 si ricorre tendenzialmente a terapie farmacologiche con antinfiammatori o integratori, eventuali infiltrazioni ecoguidate e trattamenti fisioterapici. In questo modo è possibile alleviare la sintomatologia dolorosa e conservare il tono muscolare, migliorando così la qualità della vita.
In quali casi si ricorre alla sostituzione protesica dell’anca?
Se ci troviamo di fronte ad un’importante usura della cartilagine e lo spazio articolare scompare, generando nel paziente forte dolore e difficoltà nei movimenti, si rende necessario l’intervento chirurgico, ricorrendo all’impianto di una protesi d’anca. L’intervento prevede la sostituzione delle componenti usurate, cioè testa del femore e acetabolo, tramite l’utilizzo di protesi in titanio. In questo modo si dà vita ad una nuova articolazione meccanica stabile e con basso attrito in grado di garantire il recupero della funzionalità articolare.
Quanto dura una protesi d’anca?
La protesi ha durata mediamente dai 20 ai 25 anni, ma esistono alcuni particolari impianti che vantano anche una durata maggiore. E’ difficile dare una risposta precisa perché la durata della protesi dipende da molti fattori, tra cui principalmente l’età del paziente e il suo stile di vita. Inoltre è importante ricordare che l’usura delle superfici che creano la copia di forza, cioè le protesi, va tenuta sotto controllo. L’impianto ha bisogno di controlli periodici, in modo da intervenire tempestivamente appena le protesi si iniziano ad usurare, senza attendere che si consumino eccessivamente.
È possibile prevenire l’artrosi dell’anca?
Attraverso gli interventi di artroscopia precedentemente nominati è possibile correggere alterazioni morfologiche pre artrosiche. Mentre nella vita quotidiana è importante, come per la prevenzione di tutte le patologie, condurre uno stile di vita sano, mantenere il corretto peso corporeo, svolgere attività sportiva, evitare il consumo di alcol e il fumo, prediligere un’alimentazione equilibrata.
Quale consiglio dare agli amanti dello sport che lamentano dolore all’anca?
Tutti gli sport che comportano un’eccessiva rotazione dell’anca come calcio, pallanuoto, arti marziali, sono controindicati per i pazienti che presentano una condizione artrosica o pre artrosica. Ma questo non significa rinunciare a svolgere attività fisica: la bicicletta o il nuoto, ad esempio, sono tra gli sport da preferire.
Link approfondimento:
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