La stima degli abbandoni dei cani in Italia conferma un quadro critico e allarmante. Dal principio, è importante compiere la scelta di adottare un cane con consapevolezza e responsabilità. Molti scelgono sull’onda dell’entusiasmo, enfatizzando le aspettative e trascurando gli aspetti di impegno costante e quotidiano.
Avere un cane richiede una continua cura. Dipende in modo permanente dall’uomo. Il nutrimento, la pulizia, le lunghe passeggiate e il gioco devono essere presenti nella routine giornaliera. Inoltre, bisogna garantire l’attenzione alla salute, prevedendo le necessarie spese veterinarie.
Benefici per la salute
Le evidenze scientifiche rilevano come la relazione con il cane influenzi lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale delle persone durante l’intero arco di vita. Sin dall’infanzia, favorisce il potenziamento dell’empatia, dell’intelligenza emotiva, delle abilità comunicative e delle competenze sociali. Inoltre, incoraggia il senso di responsabilità e la propensione all’accudimento. Si può configurare per il bambino come figura di attaccamento secondaria, capace di fornire sicurezza e conforto.
In età adulta, riduce i livelli di cortisolo e incrementa la produzione di ossitocina. Svolge una funzione fondamentale nella regolazione delle emozioni, agisce sul senso di resilienza e supporta gli stati ansiosi e depressivi. Durante l’anzianità, la presenza di un cane riduce il senso di solitudine, contrasta lo stress e migliora la qualità della vita.
Il cane come risorsa relazionale
Il cane svolge anche la funzione di “mediatore sociale” ad ogni età, stimolando incontri e favorendo la comunicazione interpersonale. Entra a far parte delle dinamiche familiari, come un membro a tutti gli effetti del sistema.
Oltre ai percorsi strutturati che prevedono la presenza dell’animale, come nella Pet Therapy o nella AAA/AAT (Attività e Terapia Assistita con animali), anche nel lavoro clinico psicoterapeutico può essere molto utile invitare le persone a portare in seduta il proprio cane, che diviene un valido co-terapeuta, per ridurre l’ansia; facilitare l’accessibilità emotiva; promuovere il senso di protezione; rinforzare l’alleanza terapeutica e modellare le modalità relazionali.

La dott.ssa Giulia Gregorini
Prevenzione e rischi
Documentarsi preventivamente e compiere consapevolmente e responsabilmente la scelta di accogliere un cane in casa sono due elementi essenziali per contrastare derive disfunzionali, come l’incuria dell’animale.
A livello macroscopico è fondamentale promuovere leggi e sanzioni severe contro l’abbandono e varie linee operative, tra cui prevedere la registrazione obbligatoria/microchip; rendere maggiormente accessibili le cure dell’animale; incentivare le campagne di sensibilizzazione ecc..
Da un punto di vista psicologico tra i rischi maggiori vi è quello di strumentalizzare la relazione con il cane, specularmente a come avviene nei rapporti interpersonali.
Una relazione strumentale si fonda, inconsciamente, sulla percezione dell’altro (uomo o animale) come strumento per il soddisfacimento dei propri bisogni. Ciò può impedire di riconoscere il cane nella sua specificità e nelle sue esigenze reali, generandosi, ad esempio, il diffuso fenomeno di umanizzazione dell’animale.
Conclusioni
Il rapporto uomo–cane si configura come un legame intersoggettivo unico ed irripetibile, che evolve lungo il ciclo di vita. Dona senso all’esperienza e arricchisce di significato momenti di quotidianità. Una cura reciproca attraverso cui riscoprire aspetti di sé, accudire la propria parte bambina e sostenere la crescita. Una condivisone fatta di un linguaggio non spiegabile con le parole. Nel dialogo profondo e silenzioso con il cane si sperimenta il valore dell’impegno, della presenza, della relazione, dell’amore incondizionato, oggi troppo spesso dimenticati.
Articolo a cura della Dott.ssa Giulia Gregorini Psicologa – Psicoterapeuta


