domenica, Marzo 16, 2025
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Dolore all’anca: l’intervento di sostituzione protesica

L’anca è la regione anatomica che collega il tronco, precisamente il bacino, con gli arti inferiori. La sua principale funzione è permetterci di rimanere in posizione retta e poter deambulare, nonché compiere i comuni gesti quotidiani. Quando l’articolazione non è più in grado di funzionare correttamente dà luogo ad un stato doloroso anche grave, che può incidere significativamente sulla qualità della vita. “E’ questo – spiega il Dottor Fabrizio Grilli, ortopedico specializzato in chirurgia protesica di anca e ginocchio – il momento di rivolgersi ad uno specialista”.

 

Fast Track e chirurgia protesica

 

Anca: ecco come funziona

Anatomicamente l’anca è formata da una cavità del bacino chiamata acetabolo che, forma una sorta di “tasca” all’interno della quale si inserisce la testa del femore.

Anatomicamente, sia la testa del femore che acetabolo sono ricoperti da cartilagine, un tessuto liscio e scorrevole che permette la rotazione della sfera all’interno della cavità senza alcun attrito. L’aromaticità tra le parti permette, grazie all’integrità della superficie cartilaginea, di compiere tutti i movimenti comuni: la flessione, l’estensione e la rotazione. In un’anca sana, la testa del femore ruota perfettamente all’interno dell’acetabolo.

 

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Diagnosi di artrosi

La comparsa di dolori a livelli inguinale con una limitazione della funzionalità articolare potrebbero esser i primi sintomi di una patologia artrosica dell’anca. I primi sintomi tendono a comparire tra i 50-60 anni. Tuttavia anche nel paziente giovane si possono manifestarsi sintomi conseguenti ad un condizione pre-artrosica, soprattutto se l’articolazione è soggetta a particolari sollecitazioni in torsione, come nel caso di coloro che praticano sport come la pallanuoto, le arti marziali, il calcio. In questi casi spesso la sintomatologia dolorosa è causata da un alterazione della morfologia tra il collo del femore e/o l’acetabolo, che genera un conflitto chiamato conflitto femoro-acetabolare che, se diagnosticato precocemente, può essere trattato chirurgicamente attraverso l’artroscopia d’anca permettendo cosi di preservare l’integrità della superficie cartilaginea. In questo modo si evita che la patologia evolva rapidamente portando col il tempo all’artrosi.

 

Le possibili terapie

I disturbi che avverte il paziente sono principalmente a livello dell’inguine oppure il dolore può comparire al ginocchio anche se il danno cartilagine è a livello dell’anca, inoltre il paziente spesso riferisce difficoltà ad allacciare le scarpe, indossare le calze, ad accovacciarsi. Prima di affidarsi alla chirurgia, ci sono diverse possibilità terapeutiche che vanno dall’utilizzo di farmaci antinfiammatori, antidolorifici, terapia infiltrativa eco-guidata con acido ialuronico e trattamenti fisioterapici. Nei casi in cui la terapia medica non porta ad un miglioramento del quadro clinico ed anche in base alla gravità del danno cartilagineo, che si può valutare con una semplice radiografia del bacino, deve essere preso in considerazione l’intervento chirurgico di protesi d’anca.

 

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L’intervento chirurgico di sostituzione protesica dell’anca

In condizioni normali la cavità acetabolare e la testa del femore sono rivestite da cartilagine.La cartilagine permette una reciproca e più morbida concordanza dei capi articolare riduce l’usura degli stessi nelle sollecitazioni fisiologiche e nei microtraumi. A seguito di un danno della cartilagine questa superficie diventa irregolare, la testa del femore, spesso perde il proprio aspetto emisferico e cioè genera dolore e limitazione nei movimenti. In questa condizione si rende necessario l’intervento chirurgico.

 

L’intervento consiste nella sostituzione delle superfici cartilaginee irrimediabilmente danneggiate mediante l’impianto di componenti protesiche fissate saldamente all’osso per creare una neo-articolazione meccanica, stabile e con basso attrito in grado di garantire il recupero della funzionalità articolare.

  

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