mercoledì, Marzo 19, 2025
spot_img

Emanuela Folliero intervista il Prof. Franco De Cian, Direttore Clinica Chirurgica 1 Policlinico San Martino, su sarcomi del retroperitoneo e chirurgia – QUI Talk | St. 3, ep.4

Nella quarta puntata della terza stagione di QUI Talk, Emanuela Folliero ha avuto il piacere di incontrare il professor Franco De Cian, Direttore Clinica Chirurgica 1 – IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e Professore Ordinario di Chirurgia Generale (Università degli Studi di Genova), per approfondire i principali aspetti legati alla gestione e al trattamento dei sarcomi (in particolare quelli riguardanti il retroperitoneo) e sottolineando la necessità di rivolgersi a centri di riferimento altamente specializzati.

Sarcomi: quando rivolgersi al chirurgo di un centro di riferimento?

La chirurgia è il trattamento più efficace, ma anche il più invasivo. Proprio per questo deve essere eseguita da specialisti in grado di gestire al meglio l’intervento, garantendo un approccio sicuro e risolutivo. La qualità della prima chirurgia condiziona significativamente la prognosi del paziente.

“I sarcomi hanno alcune caratteristiche peculiari: spesso si presentano come lesioni apparentemente innocenti e indolenti” spiega il professor De Cian. Questo aspetto contribuisce al rischio che vengano sottovalutati, con diagnosi tardive. “In tutte le situazioni in cui c’è un sospetto di neoplasia dei tessuti molli, è fondamentale rivolgersi a un centro dedicato al trattamento specifico di questo tipo di malattie, che possa offrire le competenze necessarie”.

“La gestione di questa malattia non è individuale, ma multidisciplinare – sottolinea il professore. – Il paziente deve avere a disposizione tutte le opzioni possibili per la sua guarigione e un’équipe completa di specialisti che possono essere coinvolti per esempio nella gestione della strategia chirurgica”.

I sarcomi del retroperitoneo

Un esempio emblematico della complessità di questa chirurgia sono i sarcomi del retroperitoneo. “Si tratta infatti di una regione peculiare: qui i tumori possono svilupparsi in modo silente, con assenza di sintomi evidenti, dislocando gli organi circostanti senza infiltrarli. È facile che il paziente si accorga della massa solo per un aumento di peso inspiegabile o per un cambio di vestibilità” evidenzia il professor De Cian.
“Questo aspetto sottolinea ancora di più la necessità di un approccio multidisciplinare perché la chirurgia del retroperitoneo è polispecialistica e può coinvolgere il chirurgo vascolare l’urologo e il neurochirurgo, per esempio, oltre ovviamente al chirurgo oncologo. Se in un centro non sono presenti tutte queste professionalità, sicuramente una parte del trattamento sarà sottodimensionata, cioè non avrà la qualità sufficiente per consentire la guarigione del paziente”.

Cosa fare in caso di urgenza?

Il professor De Cian dedica un messaggio chiaro anche ai chirurghi che affrontano questa patologia in urgenza. “In caso di urgenza determinata da un sarcoma il medico deve innanzitutto risolvere l’urgenza, non obbligatoriamente affrontare il problema neoplastico se non ha a disposizione tutte le informazioni necessarie per farlo. Per esempio, in caso di occlusione intestinale determinata da un sarcoma del retroperitoneo, il chirurgo d’urgenza deve intervenire solo sull’occlusione senza creare complicazioni o modificare la situazione locale, per poi indirizzare il paziente ad un centro che possa occuparsi del problema principale”.

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli