Che cos’è il PRP?

Di PRP si sente parlare sempre più di frequente ma pochi sanno di cosa si tratta. Conosciamo il trattamento con l’aiuto del Dott. Andrea Maria Scarpa, Medico Chirurgo esperto in Medicina Rigenerativa ed Estetica.

Il trattamento PRP rappresenta una delle metodiche più importanti nell’ambito della Medicina Rigenerativa, ovvero di quella branca della medicina che si pone l’obiettivo di prevenire, limitare o combattere i processi degenerativi delle cellule di pelle e tessuti, dovuti ad invecchiamento, traumi e infezioni, stimolandone l’auto rigenerazione mediante un approccio naturale che mira al benessere all’equilibrio.

Il PRP, ovvero il Plasma Ricco di Piastrine, è una sostanza che si ottiene dal sangue del paziente, quindi del tutto naturale, contenente un’alta concentrazione di piastrine, fondamentali per innescare processi di auto riparazione dei tessuti, ridurne il grado di degenerazione, modularne le infiammazioni e contrastare il processo di invecchiamento cellulare. Ciò avviene poiché i fattori di crescita hanno la capacità di indirizzare le cellule immunitarie e le cellule progenitrici al sito di lesione, stimolandole alla rigenerazione.

 In cosa consiste il trattamento?

Innanzitutto si preleva un piccolo campione di sangue del paziente. Il campione viene inserito in un sistema di centrifugazione, successivamente in un concentratore ottico che permette di ottenere un prodotto puro e ricchissimo di fattori di ricrescita. Il PRP viene poi combinato con un attivatore che incrementa l’efficacia dell’azione piastrinica e iniettato nell’area da trattare. Il risultato è una vera e propria autostimolazione, sicura e priva di controindicazioni. 

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A destra la siringa piena di PRP ad alta concentrazione; a sinistra una siringa di PPP (plasma povero di piastrine)

 In quali ambiti sanitari viene usato il PRP? 

Il PRP trova tantissime applicazioni, ad esempio:

– in Tricologia: per alopecie maschili e femminili, diradamento e assottigliamento dei capelli;

– in Dermatologia, Medicina e Estetica: per esiti cicatriziali da acne, ustioni, smagliature e cicatrici, rughe e invecchiamento della pelle, iperpigmentazione;

– in Ortopedia: per infortuni sportivi, tendinopatie, prevenzione e cura avanzata di osteoartrosi (ginocchio, spalla, polso, anca, caviglia, gomito);

– in Chirurgia Plastica: per addominoplastiche e chirurgia della mammella;

– in Ginecologia e Andrologia : per atrofia vaginale, lichen genitale, disfunzione erettile, malattia di La Petronie, incontinenza urinaria da sforzo e post-menopausale, ringiovanimento genitale funzionale;

– in Chirurgia Generale: per lesioni da decubito, ulcere da Crohn, ecc.

I PRP sono tutti uguali o c’è una caratteristica che fa la differenza?

I PRP non sono tutti uguali, perché il trattamento sia efficace occorre garantire circa 1 milione di piastrine per ml. La concentrazione piastrinica varia in base all’età del paziente e al sistema di centrifugazione adottato. Quindi, prima di tutto, occorre valutare se il paziente abbia le caratteristiche per rispondere bene al trattamento, cioè un numero di piastrine adeguato. Poi è fondamentale utilizzare una procedura corretta e con un macchinario moderno. Utilizzando un concentratore ottico digitale di ultima generazione è possibile preservare al massimo la concentrazione piastrinica e eliminare il 99% dei globuli rossi. Questa metodica, approvata dal Ministero della Salute italiano, deve essere obbligatoriamente praticata da medici autorizzati legalmente alla terapia.

 

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