lunedì, Novembre 10, 2025
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Laserterapia, macchie cutanee e cicatrici: come funziona e quando è consigliata

Piccole macchie cutanee, cicatrici e altre imperfezioni della pelle sono da sempre un grande cruccio per le donne di tutte le età. Grazie al laser, alla luce pulsata e a trattamenti affini, però, oggi abbiamo la possibilità di porre rimedio a questo genere di inestetismi della pelle. Ne parliamo con la Dott.ssa Simona Grosso, Chirurgo plastico ed estetico.

Laser e cicatrici: come funziona e quando si utilizza

Rimuovere le cicatrici? Grazie al laser è possibile. «Generalmente si utilizza un laser a CO2 frazionato e vengono effettuate 1-2 sedute a distanza di 2-3 mesi» spiega la Dott.ssa Grosso, Chirurgo plastico, specializzata anche in Medicina estetica.

«Il recupero – continua la specialista – in questi casi è abbastanza lento. Si parla di circa 4-5 giorni in cui sul viso, che rimane più o meno arrossato, rimangono segni e piccole croste, che scompaiono nel giro di poco tempo. Va da sé che, per tutto il periodo in cui la pelle presenta queste condizioni, la paziente non potrà truccarsi».

A seguito del trattamento, la pelle tende a recuperare il proprio status normale e le cicatrici vengono attenuate, pur non scomparendo del tutto. Nonostante ciò, se il trattamento viene ripetuto nel tempo, di volta in volta la condizione delle cicatrici continua a migliorare.

Il numero di sedute varia a seconda del tipo di pelle e, per almeno i 2 mesi successivi, è sconsigliato esporsi al sole. Proprio per questo, si consiglia di sottoporsi a procedure del genere nei mesi freddi, compresi tra ottobre e aprile.

Il trattamento, inoltre, può, essere effettuato anche sul corpo.

Dott.ssa Simona Grosso, Chirurgo plastico – Rivitalizzazione con l’utilizzo del filler

Macchie cutanee: porvi rimedio col laser

Per quel che concerne le macchie cutanee – benché il principio sia pressoché lo stesso – il trattamento differisce anzitutto per le tipologie di laser utilizzate. «Si usano laser differenti, anche in base al tipo di macchia cui ci si trova davanti. Possiamo avere, infatti, macchie piane o macchie in rilievo» continua la Dott.ssa Grosso.

Tra i diversi trattamenti cui fare ricorso troviamo sia un laser analogo a quello utilizzato per la rimozione dei tatuaggi che la luce pulsata o, in alternativa, la penna al plasma: in quest’ultimo caso non si tratta di un laser vero e proprio, bensì di un macchinario in grado di vaporizzare la parte superiore della cute.

«Dopo il trattamento – continua la Dott.ssa Grosso – valgono le stesse indicazioni citate per il trattamento delle cicatrici. Il viso rimane arrossato per circa 4-5 giorni, con conseguenti segni e croste su cui, almeno finché permane l’arrossamento, è necessario non apporre trucco. Ugualmente, è sconsigliato esporsi al sole per i successivi 2 mesi».

«Se la pelle tende a macchiarsi – conclude la specialista – è consigliato un trattamento preventivo con idrochinone galenico, una particolare sostanza utilizzata per schiarire macchie della pelle di varia natura. In questo modo si evitano discromie post-trattamento».

Le macchie cutanee possono essere trattate su tutti i tipi di pelle, ma generalmente il trattamento viene evitato sulle carnagioni più scure, in quanto si rischia di causare eventuali discromie. Se una pelle tende a macchiarsi, il trattamento non può essere definitivo, ma va ripetuto nel tempo.

Sia per quel che concerne le cicatrici che durante il trattamento delle macchie cutanee, è indispensabile evitare di trattare sia i nei – che, se vaporizzati con il laser, tendono a riprodursi – che sui tatuaggi, i quali rischiano a loro volta discromie e perdite di colore.

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