La diastasi addominale è un problema piuttosto comune, soprattutto dopo la gravidanza. Ne parliamo con il Dottor Andrea Maria Scarpa, Chirurgo Estetico specializzato in Medicina Rigenerativa, per approfondire questo tema e comprendere come superarlo.
“Per diastasi dei muscoli retti addominali si intende un aumento della distanza dei due muscoli retti dell’addome che, in condizioni di normalità, decorrono molto vicini tra loro dall’arcata costale sino al pube e sono uniti da una banda centrale di tessuto connettivo, detta linea alba. In determinate condizioni la linea alba si assottiglia e si appiattisce allargandosi, e i muscoli retti si allontanano. Se questa separazione è maggiore di 2 cm, si parla di diastasi addominale”.

Quali sono i soggetti generalmente interessati dalla diastasi addominale?
“Si tratta di un problema che affligge, in forma più o meno grave, circa il 45% delle donne dopo la gravidanza, ma può essere anche conseguenza di uno sforzo, di un forte dimagrimento o di obesità, e presentarsi a seguito di interventi chirurgici, interessando quindi anche gli uomini”.
“In gravidanza è dovuta allo stiramento del muscolo retto addominale operato dal bimbo in continua crescita. Generalmente si risolve entro le prime 8/12 settimane dopo il parto, ma se l’addome rilassato perdura anche in seguito, si gonfia dopo i pasti e non migliora nonostante un’attività fisica costante o se compare un’ernia ombelicale, allora è possibile vi sia una diastasi addominale post parto”.

Si tratta di una condizione esclusivamente estetica?
Erroneamente è da molti considerata una patologia innocua o solamente estetica, ma in realtà può portare molti problemi, chiarisce il Dottor Scarpa.
“La diastasi addominale provoca importanti alterazioni nella meccanica del bacino. Il cedimento della linea mediana che tiene uniti i due retti addominali e che funge da “cerniera” tra i due muscoli ha come risultato che la parete addominale non è più in grado di contenere con efficacia la pressione degli organi endo-addominali, con conseguente distensione dell’addome. Considerato che la funzione principale di questi muscoli è di contenere gli organi addominali, si possono avere ernie, soprattutto ombelicali, in quanto tali organi non incontrano più una struttura che oppone la giusta resistenza. Inoltre, un problema che si lega spesso a questo cedimento muscolare è il mal di schiena, a causa dell’instabilità della colonna, e il dolore alle anche e al bacino”.
Ma come si può intervenire?
“Per fortuna non è detto si debba necessariamente ricorrere alla chirurgia. L’esercizio isometrico sugli addominali trasversali (ovvero quelli intorno all’ombelico, che tengono in dentro la pancia) ha dimostrato di essere efficace nella diminuzione della diastasi addominale. Quando questo esercizio non è sufficiente o quando si desidera risolvere più velocemente il problema, la tecnologia ci dà una mano preziosa.
Esiste, infatti, un apparecchio medicale, Emsculpt, che sfrutta la tecnologia Hifem® (energia elettromagnetica ad alta intensità focalizzata) per indurre contrazioni muscolari sovramassimali altrimenti impossibili con movimenti volontari durante un normale allenamento; 30 minuti di trattamento corrispondono infatti a 20.000 contrazioni muscolari”.
Quando fare ricorso a questo trattamento?
“Il trattamento risulta utile nei casi di diastasi fino a 8 cm, soglia oltre la quale la soluzione possibile è solo la chirurgia. Uno studio chiamato EFFICACIA DEL TRATTAMENTO CON PROCEDURA HIFEM NELLE DONNE DOPO LA NASCITA ha preso in considerazione 16 mamme che avevano partorito da 3-36 mesi e che presentavano diastasi addominale. Tutte sono state sottoposte al normale protocollo che prevede 6 sedute da 30 minuti ciascuna. I risultati raccolti a un mese dall’ultimo trattamento hanno rilevato che la riduzione media della #diastasi era di circa 2,5 mm, con un ispessimento del tono muscolare e una diminuzione generale dello strato adiposo. Le mamme si sono dichiarate soddisfatte del trattamento perché hanno riscontrato un visibile miglioramento estetico dell’addome, alcune anche un calo ponderale, e una riduzione dei dolori associati alla postura ”.

