La chiamavano iperconnessione, la definivano come qualcosa di negativo, ma il quinto rapporto Auditel-Censis, fa capire altro. La stragrande maggioranza delle famiglie italiane, quasi il 90%, ha in casa almeno un dispositivo connesso oltre alla tv, tradizionale o smart, con quasi 5 milioni di famiglie che si sono accomodate nel digitale e dispongono di un kit completo: una smart tv, uno smartphone, un computer e un tablet. Restano 2 milioni e 300mila nuclei famigliari, circa 3 milioni di individui, per la quasi totalità over 65, che ancora non sono arrivati a questo livello e forse mai lo faranno. Escluse dalla modernità anche 2 milioni di famiglie che hanno solo la tv, nemmeno lo smartphone.
La spesa per i dispositivi
Computer, smart tv, smartphone e accessori sono le uniche voci di spesa che crescono dal 2008 ad oggi e che hanno registrato il segno + anche durante e dopo la pandemia. Se si considerano pari a 100 le spese complessive e quelle in comunicazione sostenute dalle famiglie italiane nel 2008, nel 2021 quelle totali sono scese a 93,2, mentre quelle per attrezzature audiovisive, fotografiche e di elaborazione delle informazioni sono salite a 230,7. Quelle per telefoni e apparecchiature telefoniche sono invece pari a 598,8. Sono fra i dati del quinto rapporto Auditel – Censis, intitolato “La transizione digitale degli italiani – Dal boom degli schermi connessi alla banda larga, il Paese, grazie alla televisione, corre verso la modernità”. Più soldi spesi in attrezzature di telefonia e per la comunicazione significano anche più schermi nelle case degli italiani: erano 111 milioni nel 2017, oggi sono quasi 120 milioni, con una media di 5 dispositivi a famiglia. In questi cinque anni non sono solo aumentati gli schermi, è anche cambiata la loro tipologia.