L’intervista al medico fisiatra
La sciatalgia è una delle patologie dolorose più diffuse e invalidanti, capace di compromettere seriamente la qualità della vita di chi ne soffre. Ma spesso chi sperimenta questo dolore acuto alla gamba, che nasce nella zona lombare e si irradia lungo il nervo sciatico, non sa a quale specialista rivolgersi.
Per fare chiarezza su diagnosi, terapie e scelte corrette, abbiamo intervistato la Dott.ssa Maria Laura Lopes, medico fisiatra con anni di esperienza nel trattamento conservativo delle patologie vertebrali.
Dottoressa, qual è il primo passo corretto per chi ha un dolore sciatico?
“La cosa fondamentale è che il paziente si rivolga subito a un medico, che sia il fisiatra, l’ortopedico o il medico di base. Questo è il punto più importante. La sciatalgia significa che un nervo è sofferente, e bisogna capire perché. Potrebbe essere dovuta a un’ernia del disco, a una stenosi — cioè un restringimento osseo che comprime il nervo — o ancora a un muscolo contratto che lo schiaccia, come nella sindrome del piriforme. Ma può anche essere una spia di una neuropatia come quella diabetica, per esempio. Insomma, prima di tutto serve una diagnosi medica corretta. Senza sapere l’origine, si rischia di fare un trattamento sbagliato”.
E dopo la diagnosi? A quale specialista è meglio rivolgersi?
“Dipende. Il neurochirurgo e l’ortopedico hanno un approccio orientato alla chirurgia, valutano soprattutto se c’è indicazione all’intervento. Il fisiatra, invece, si occupa del trattamento conservativo: non opera, quindi segue tutto il percorso terapeutico non invasivo. L’importante è che chi prende in carico il paziente sappia riconoscere subito se ci sono segni da chirurgia: il più importante è il deficit di forza. Quando c’è perdita di forza muscolare, il paziente va indirizzato immediatamente da un neurochirurgo. Se invece c’è solo dolore, anche se intenso, si può tentare prima la terapia conservativa”.
Cosa si intende esattamente per terapia conservativa?
“In prima battuta, si usano i farmaci per controllare dolore e infiammazione. A volte si associano neuroprotettori se ci sono segni di irritazione del nervo. Poi, una delle terapie principali per le sciatiche da ernia discale è l’ozonoterapia: in quel caso viene considerata una terapia causale, perché agisce direttamente sull’origine del problema. In altri casi, come le stenosi o problemi articolari, l’ozono ha un effetto antinfiammatorio importante”.
E una volta che il dolore passa, il trattamento è finito?
“Assolutamente no. Una volta superata la fase acuta, si deve intervenire sulla causa che ha provocato la sciatalgia. Se il problema è un’ernia, bisogna capire perché si è formata. C’è un difetto posturale? Un’alterazione della colonna? Allora serve una riabilitazione mirata. Per esempio, se c’è una listesi, cioè uno scivolamento di una vertebra, vanno fatti esercizi per stabilizzare e rinforzare la muscolatura e prevenire altri episodi. Il trattamento non finisce con la scomparsa del dolore: è lì che comincia la prevenzione”.
Spesso si parla della sindrome del piriforme come causa di sciatalgia. Quanto è frequente davvero?
“Molto meno di quanto si pensi. Viene diagnosticata spesso, ma nella maggior parte dei casi, dietro al dolore c’è un’ernia discale, anche molto importante. È vero che un muscolo contratto può comprimere il nervo sciatico, ma questo è di solito un effetto secondario, non la causa primaria. La vera sindrome del piriforme è rara”.
Dunque, qual è il messaggio più importante per i pazienti?
“Non sottovalutare mai una sciatalgia. Bisogna farsi visitare da un medico competente per identificare la causa. Se c’è solo dolore, si prova la terapia conservativa; se c’è deficit di forza, è un campanello d’allarme che richiede una valutazione chirurgica urgente. Ma in ogni caso, anche quando il dolore sparisce, bisogna lavorare per correggere la causa alla base, altrimenti il problema si ripresenterà, anche dopo un intervento chirurgico».


