giovedì, Marzo 27, 2025
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Fibromi Uterini: ne hai mai sentito parlare?

I Fibromi o Miomi o Leiomiomi Uterini (a seconda che prevalga la componente muscolare o fibrosa) sono neoformazioni benigne che originano dalla componente muscolare liscia e dal connettivo dell’utero. Interessano fino al 70% delle donne oltre i 45 anni, con circa 24 milioni di donne in Europa ad esserne portatrici.

I sintomi che possono provocare sono legati alla loro posizione nell’utero, alle loro dimensioni e numero. Tra i sintomi più comuni, il sanguinamento uterino anomalo, il dolore o la tensione pelvica. Sintomi urinari (pollachiuria o urgenza minzionale) o intestinali (stipsi) derivano dalla compressione esercitata dai miomi stessi sulla vescica e sull’intestino.

I fibromi possono aumentare il rischio di infertilità. Durante la gravidanza, possono provocare  aborto spontaneo,  contrazioni uterine premature, presentazione anomala del feto  o rendere necessario il parto attraverso un taglio cesareo. I fibromi uterini possono anche causare emorragie post-partum.

La diagnosi si pone con l’esame ginecologico pelvico, con l’ecografia con TAC o RNM

In base alla loro localizzazione, si possono classificare:

  • Sottomucosi – totalmente intracavitari o con variabile componente intramurale
  • Intramurali – a carico delle parete uterina anteriore, posteriore o laterale
  • Sottosierosi – peduncolati o con variabile componente intramurale

Il controllo dei sintomi (Menorragia – Dolore pelvico – Effetto compressivo da parte della loro massa) è la principale indicazione al loro trattamento.

Alternative terapeutiche

Il trattamento dei fibromi uterini deve essere individualizzato, ma alcuni fattori possono aiutare nella decisione:

  • Fibromi asintomatici: nessun trattamento. I fibromi vanno solamente monitorati nel tempo (ecografia – visita ginecologica) per escludere un loro eventuale aumento di dimensioni e valutare l’eventuale comparsa di nuova sintomatologia.
  • Fibromi sintomatici: l’approccio sarà diverso se la donna sia o meno in menopausa.

Prima della menopausa, ovvero in età fertile, si potranno trattare i fibromi con terapia medica o con la loro asportazione chirurgica selettiva (miomectomia) conservando, quando possibile, l’utero. La terapia chirurgica conservativa prevede l’uso della via Isteroscopica (fibromi sottomucosi o parzialmente intramurali con diametro non superiore ai 5cm), Laparoscopica o Laparotomica quando il volume è superiore ai 5cm e la localizzazione è intramurale o sottosierosa.

Va notato che dopo la miomectomia, è possibile che crescano nuovi fibromi. Circa il 25% delle donne che hanno subito una miomectomia andrà incontro a un intervento di isterectomia nei 4-8 anni successivi.

Nuove procedure terapeutiche vengono sempre più attualizzate, e comprendono:

  • Ultrasuoni focalizzati ad alta intensità
  • Crioterapia
  • Ablazione con radiofrequenza
  • Chirurgia ad ultrasuoni focalizzati guidati da RNM
  • Embolizzazione dell’arteria uterina
  • Terapia farmacologica con agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine [GnRH])

Dopo la menopausa, i sintomi tendono a risolversi con la riduzione delle dimensioni dei fibromi. E’ pertanto consigliabile l’attesa (di qualche tempo) per rendere possibile una risoluzione dei sintomi. Se questo non fosse possibile, o si rivelasse insufficiente, all’approccio terapeutico dell’età pre menopausale, si aggiunge con indicazione crescente, l’asportazione completa dell’utero (isterectomia).

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