Quando parliamo di laser, facciamo riferimento a una tecnologia molto utilizzata nel campo ringiovanimento cutaneo e in quello della rimozione di vari tipi di inestetismi. Inestetismi sia del viso che del corpo, benché gli interventi maggiormente richiesti in questo senso riguardino in prevalenza il corpo.
L’aspetto principale da tenere a mente in questi casi è che ogni particolare tecnologia ha un determinato bersaglio. Proprio per questo, il medico deve munirsi di più apparecchiature specifiche, utili ciascuna contro un determinato bersaglio.
Approfondiamo l’argomento insieme al Dott. Franco Lauro, specialista in Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva e Direttore sanitario del Poliambulatorio Agresti di Bologna.
Che cos’è il laser?
Il trattamento laser consiste in una luce che, a contatto con il tessuto cutaneo, crea calore. I primi laser utilizzati in ambito medico furono quelli deputati al trattamento dei tatuaggi.
Con l’avvento degli anni Novanta presero poi piede i cosiddetti laser Q Switch, utilizzati per eliminare macchie cutanee, curare l’acne e le lesioni vascolari e rimuovere i tatuaggi, oggi surclassati dai Pico Laser, la tecnologia più innovativa, moderna e all’avanguardia proposta dalla medicina estetica per trattare tutti i suddetti inestetismi cutanei.
Terapie laser e ringiovanimento cutaneo
«Se parliamo invece di ringiovanimento – spiega lo specialista – il laser più utilizzato è il CO2, frazionato ablativo. Esso determina una sorta di bruciatura della pelle, viene utilizzato solo sul viso e prevede che il post-operatorio sia caratterizzato dalla presenza di croste su tutta l’area del volto interessata per almeno per 7 giorni. Nei 3 mesi successivi al trattamento, inoltre, vige l’obbligo assoluto di astinenza dal sole». Tale particolare laser era già presente sulla scena medica alla fine anni Ottanta, ma negli anni è stato man mano raffinato.
«Il laser CO2 frazionato è indicato nel trattamento delle rughe e degli esiti acneici – continua il Dott. Lauro – trattabili anche con tecnologia ad erbium glass, attraverso la cosiddetta non ablazione del tessuto. In questi casi, il risultato ottenuto stimolando il derma dà vita a una reazione collagenica, la quale stimola il collagene a riprodursi e non crea ustioni, causando anche un decorso post-operatorio più semplice e basato sul semplice arrossamento». Questa tipologia di laser prevede più sedute rispetto a quelle cui ci si deve sottoporre se si sceglie un laser CO2 frazionato, che generalmente viene utilizzato in un’unica o, comunque, non si può ribattere prima di 3-6 mesi.
Trattamento dei tatuaggi
Nel caso dei tatuaggi, tutti questi laser vanno a distruggere i pigmenti dei disegni realizzati sulla pelle del paziente in più sedute. «Negli anni sono stati riscontrati degli ottimi risultati soprattutto nei confronti dei tatuaggi neri e rossi – sottolinea Franco Lauro – di cui i trattamenti garantiscono rimozione lasciando pelle integra. Il trattamento, però, richiede diverso tempo: si parla spesso anche di oltre un anno di trattamenti ripetuti una volta al mese. Più complicati da togliere, invece, sono i tatuaggi più colorati, i quali (nonostante l’utilizzo di creme anestetiche) comportano di norma un trattamento maggiormente fastidioso e doloroso».
Laser terapia ed epilazione
Il trattamento maggiormente richiesto in questo senso è l’epilazione laser, in voga dal 1997. «Il gold standard nell’ambito dell’epilazione laser – spiega lo specialista – coincide con il laser all’alessandrite, utilizzato attraverso macchinari molto veloci, che consentono di trattare anche due gambe in mezz’ora e vantano risultati eccellenti e 8-10 sedute». Sempre tenendo in conto, comunque, la bimestralità del trattamento.
L’unica limitazione in caso di epilazione laser riguarda il colore del pelo. Il laser, infatti, in questi casi risulta selettivo sulla melanina. «Non esistono zone del corpo dove non possano essere utilizzati» conclude il Dott. Lauro. «Esistono altre tecnologie, come gli ultrasuoni focalizzati, che vanno però ad agire meno in profondità rispetto al laser».