lunedì, Novembre 10, 2025
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Morte cardiaca improvvisa: defibrillatori extravascolari impiantati in 5 ospedali italiani

Defibrillatori extravascolari per la prima volta in Italia

Al via i primi impianti di un innovativo defibrillatore extravascolare, all’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna e, in Lombardia, nell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, nell’IRCCS Policlinico San Donato, nell’ASST degli Spedali Civili di Brescia e presso il Centro Cardiologico Monzino.
Il nuovo dispositivo, segna un passo avanti nella tecnologia dei defibrillatori impiantabili.

Il defibrillatore extravascolare Aurora EV–ICD

Aurora EV–ICD (il nome del modello del defibrillatore extravascolare) è un dispositivo unico nel suo genere con un elettrocatetere posizionato sotto lo sterno, all’esterno del cuore e delle vene, in grado di prevenire la morte cardiaca improvvisa, principale causa di decesso per gli under 60, responsabile del 50% delle morti imputabili a malattie cardiovascolari. In un unico sistema, Aurora EV–ICD, fornisce defibrillazione salvavita e terapia di stimolazione antitachicardica tramite un solo dispositivo impiantabile simile per dimensioni, forma e durata, ai tradizionali ICD transvenosi.

Aurora EV–ICD viene impiantato con un approccio mininvasivo ed il posizionamento all’esterno del cuore e delle vene è progettato per evitare complicanze a lungo termine che potrebbero essere associate agli elettrocateteri transvenosi, come l’occlusione dei vasi, rischi di infezioni e rischi correlati ad una eventuale estrazione dell’elettrocatetere.

Realizzati oltre 20 interventi con successo

“Abbiamo realizzato con successo oltre 20 interventi su pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa – dice il Dottor Mauro Biffi dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola -. La caratteristica che rende Aurora EV-ICD unico ed innovativo è il fatto che il defibrillatore è impiantato sotto l’ascella e l’elettrodo viene posizionato direttamente sotto lo sterno vicino al cuore, preservando in questo modo il sistema venoso. Il nuovo dispositivo ha dunque il grosso vantaggio di evitare le possibili complicanze e l’invasività dei dispositivi transvenosi e, allo stesso tempo, riesce ad avere i benefici dei defibrillatori transvenosi, come la longevità di oltre 11 anni, piccole dimensioni, possibilità di stimolare il cuore e interrompere le aritmie potenzialmente letali anche senza erogare shock ad alta energia”.

Nel mondo molte più persone muoiono per arresto cardiaco che per cancro del colon, della prostata, oppure polmonite, e l’unica cura efficace è la defibrillazione. Il 92% dei pazienti colpiti da arresto cardiaco muore entro pochi minuti se non viene salvato da un defibrillatore. Il ruolo dei defibrillatori impiantabili è quello di prevenire la morte cardiaca improvvisa.

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