Sfatiamo un mito: i videogiochi non sono solo affare per i giovani. Un nuovo studio condotto da Samsung nel Regno Unito mostra come una percentuale sempre più significativa di persone della terza età stia abbracciando il mondo dei videogiochi, con oltre l’85% dei nonni che gioca almeno una volta alla settimana, mentre il 42% degli intervistati dichiara di usare i videogiochi per trascorrere del tempo con i propri cari.
Il Covid ha agevolato questa tendenza
La ricerca ha rilevato che questa tendenza è cresciuta negli ultimi anni, agevolata in particolare dal dilagare del Covid, con conseguente presenza in casa: il 19% dei nonni ha iniziato a giocare durante la pandemia. Non mancano comunque le difficoltà quali la possibilità di comprendere in maniera semplice la tecnologia, la necessità di avere accanto qualcuno che spieghi regole e come utilizzare i dispositivi e poi c’è anche chi ritiene di non avere le adatte dotazioni per giocare in autonomia.
Un tempo c’erano le parole crociate, ora i videogame
Il bacino d’utenza dei cosiddetti “gamer” è andato estendendosi a macchia d’olio, coinvolgendo dai più piccoli agli anziani. Lo studio ha rilevato che sebbene la maggioranza dei nonni giocatori preferisca giocare in solitaria, un numero significativo gioca anche con figli e nipoti o con il proprio partner. La notizia più significativa sta nel fatto che una buona fetta di intervistati sceglie di giocare ai videogame per stimolare la mente e combattere le patologie psichiche, vivendo il gioco come un momento di relax e stacco dalla vita di tutti i giorni. Un tempo si facevano le parole crociate, ora si gioca a Minecraft.