È arrivato il via libera definitivo al nuovo contratto del comparto Sanità, che coinvolge infermieri, ostetriche, amministrativi e altre figure sanitarie: in totale circa 581mila lavoratori. Gli aumenti retributivi potranno arrivare fino a 172 euro lordi mensili, con il pagamento degli arretrati 2024-2025 già a partire da novembre.
Le principali novità
Il rinnovo introduce numerosi cambiamenti: nuove opportunità di carriera e percorsi di crescita professionale; la possibilità di adottare la “settimana corta, lavorando per 36 ore distribuite su 4 giorni; l’istituzione del nuovo profilo di “assistente infermiere”; ferie fruibili anche ad ore; tutela legale garantita dall’azienda in caso di aggressioni con la possibilità di usufruire di supporto psicologico.
Si tratta del contratto collettivo nazionale 2022-2024, firmato definitivamente all’Aran dopo la pre-intesa raggiunta lo scorso giugno. Non tutte le sigle sindacali, però, hanno aderito: Cgil e Uil si sono rifiutato di firmare, criticando risorse e contenuti dell’accordo. Il presidente Aran, Antonio Naddeo, ha definito la trattativa complessa, ma ha parlato di un risultato positivo, utile come base di partenza per la prossima tornata contrattuale 2025-2027.
Misure per i lavoratori più anziani
Tra i punti inseriti anche nuove forme di tutela per chi è a fine carriera: possibilità di chiedere il part-time, l’esonero dai turni notturni o dalla pronta disponibilità, oppure l’impiego come tutor per i neoassunti. Prevista anche la possibilità di donare le proprie ferie per assistere parenti di primo grado, tramite il meccanismo delle ferie solidali.
Le reazioni
Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha espresso soddisfazione: “È stata una trattativa difficile, ma fondamentale portarla a termine. Gli aumenti medi saranno di circa 17o euro al mese, con importanti incrementi per le indennità specifiche, come, ad esempio, quella del pronto soccorso, che potrà arrivare a 500 euro. Anche gli arretrati avranno un peso rilevante, visto che il contratto viene firmato nel 2025”.
Soddisfazione anche da parte delle Regioni. Marco Alparone, presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, ha parlato di “una nuova fase” che porterà alla costruzione delle linee guida per la futura stagione contrattuale, con l’obiettivo di “rafforzare l’attrattività e la competitività del sistema sanitario pubblico”.
Le posizioni dei sindacati
I sindacati che hanno firmato il contratto, come Nursind e Nursing Up, parlando di un passaggio importante. “È un momento significativo, che ci consente di avviare subito il lavoro per la prossima tornata contrattuale”, ha dichiarato Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind. “Questo accordo rappresenta solo un punto di partenza: ora bisogna puntare su carriere e stipendi più adeguati”, ha aggiunto il presidente di Nursing Up.
Di tutt’altro avviso Cgil e Uil, che hanno bocciato il testo. Secondo la Cgil, si tratta di un contratto che “penalizza il personale della sanità pubblica” e “comporta una perdita media di potere d’acquisto di circa 170 euro mensili”. La Uil, dal canto suo, critica un modello retributivo “basato su indennità temporanee e straordinari” invece che su un rafforzamento stabile degli stipendi. Entrambe le sigle contestano anche la nuova figura dell’assistente infermiere, considerata “poco chiara e non sufficientemente regolamentata”. Per i sindacati contrari, serve “un vero cambio di passo” per evitare il rischio di un collasso del sistema sanitario pubblico.


