venerdì, Novembre 7, 2025
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Agenas: aumentano gli operatori sanitari, ma persistono le carenze di infermieri e specialisti

Nel 2023 il Servizio sanitario nazionale ha registrato un incremento di circa 20 mila dipendenti rispetto al 2022, passando da 681.852 a 701.170 unità, pari a una crescita di quasi il 3%. Nonostante il segnale positivo, continuano a emergere forti criticità, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di infermieri e di medici con alcune specializzazioni fondamentali.

L’allarme su infermieri e operatori sanitari

A lanciare l’allarme è l’ultimo rapporto “Il personale del Servizio Sanitario Nazionale” curato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Il documento evidenzia come, dopo un drastico calo registrato tra il 2014 e il 2019, periodo in cui il sistema ha perso circa 30 mila professionisti, la pandemia abbia segnato un’inversione di tendenza. Dal 2019 al 2023, infatti, il numero degli operatori è cresciuto di oltre 51 mila unità.

La distribuzione delle professioni sanitarie, tuttavia, non è cambiata in modo sostanziale. L’Italia resta sopra la media europea per densità di medici (5,35 per mille abitanti contro 4,07), ma rimane indietro sul fronte infermieristico (6,86 contro 8,26).

Le maggiori criticità riguardano due ambiti

  • Medici specialisti: settori cruciali come Medicina d’emergenza-urgenza, Anestesia e Rianimazione, Radioterapia, Microbiologia e Virologia soffrono di carenze persistenti, anche a causa del numero elevato di borse di specializzazione che rimangono vacanti.
  • Infermieri: entro il 2035 circa 78 mila professionisti andranno in pensione, ma il ricambio non è garantito. Pur essendo aumentati i posti disponibili nelle università, le domande di accesso ai corsi continuano a calare. Se la tendenza dovesse proseguire, l’attuale offerta formativa non sarà sufficiente a compensare l’“onda pensionistica”.

Il quadro delineato da Agenas solleva dunque preoccupazioni per il futuro della sanità italiana: senza un adeguato ricambio generazionale, il rischio è quello di avere un sistema con più operatori in generale, ma con gravi squilibri tra le diverse figure professionali.

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