Molte donne, ripensando alle lezioni di educazione fisica delle scuole superiori, ricorderanno insegnanti che le esoneravano da certe attività durante le mestruazioni. Altre, invece, potrebbero ricordare insegnanti che sostenevano che l’esercizio fisico potesse alleviare i dolori mestruali. Entrambi gli approcci possono avere delle motivazioni valide, non solo perché gli effetti delle mestruazioni variano da persona a persona, ma anche perché, allo stato attuale della scienza, sappiamo relativamente poco sul rapporto tra sport e ciclo mestruale.
Un campo di studio trascurato
Per molti anni, tematiche legate ai corpi femminili – come la menopausa – non hanno ricevuto sufficiente attenzione. Tradizionalmente, gli studi medici consideravano solo i soggetti maschili, presumendo che i risultati sarebbero stati applicabili anche alle donne. In alcuni casi, gli studi sulla biologia femminile erano influenzati da pregiudizi sessisti. Anche se oggi la situazione è migliorata, questi problemi persistono in qualche misura.
Un articolo pubblicato nel 2020 dalla rivista Sports Medicine ha evidenziato le conseguenze di questa mancanza di attenzione sugli effetti delle diverse fasi del ciclo mestruale sulle prestazioni sportive. Questo studio, condotto da un gruppo di ricercatori britannici, ha confrontato i risultati di 78 studi scientifici, coinvolgendo complessivamente 1.193 persone con ciclo mestruale.
Gli ormoni femminili e le prestazioni sportive
Per comprendere le conclusioni dello studio, è utile avere una conoscenza di base degli ormoni femminili, estrogeni e progesterone. Gli estrogeni sono considerati benefici per le prestazioni sportive, poiché favoriscono la formazione muscolare e rendono più efficiente il consumo degli zuccheri, con un effetto anabolizzante. Il progesterone, d’altra parte, limita gli effetti degli estrogeni, e si pensa che la sua maggiore presenza possa essere una limitazione per l’attività fisica.
Durante il ciclo mestruale, che dura tra i 21 e i 35 giorni, i livelli di questi ormoni variano. Nella prima fase del ciclo, i livelli di tutti gli ormoni femminili sono bassi, seguiti da un aumento degli estrogeni che culmina prima dell’ovulazione. Dopo l’ovulazione, i livelli di estrogeni diminuiscono, poi aumentano di nuovo, bilanciati da un incremento del progesterone, raggiungendo il picco a metà della fase luteale (tra il ventesimo e il ventitreesimo giorno in un ciclo di 28 giorni). Secondo le ipotesi sugli effetti degli ormoni, le prestazioni sportive delle donne dovrebbero essere migliori nei giorni dell’ovulazione.
Le conclusioni dello studio
Confrontando gli studi disponibili, che valutavano forza, resistenza e velocità, gli autori dell’articolo di *Sports Medicine* hanno concluso che, in media, le prestazioni sportive sono peggiori nella fase follicolare iniziale, cioè durante le mestruazioni. Tuttavia, la differenza è così minima da essere considerata irrilevante. Non sono state rilevate differenze significative nelle prestazioni fisiche tra le altre fasi del ciclo.
Gli autori dello studio avvertono di interpretare con cautela queste conclusioni, a causa dei difetti presenti negli studi esaminati, tra cui il basso numero di dati disponibili. Inoltre, esaminando i singoli studi, emergono grandi differenze nelle conclusioni riguardanti le prestazioni durante i giorni delle mestruazioni.
Verso una maggiore consapevolezza
Questo studio sottolinea l’importanza di una maggiore ricerca sul rapporto tra ciclo mestruale e prestazioni sportive. È essenziale considerare le specificità femminili negli studi medici per offrire consigli e indicazioni più accurati. La consapevolezza e la comprensione di come le diverse fasi del ciclo influenzano il corpo possono portare a strategie di allenamento personalizzate, migliorando così le prestazioni e il benessere delle atlete.