venerdì, Marzo 21, 2025
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Nuovo esame del sangue per la diagnosi di celiachia: riduce notevolmente le emissioni di CO2

Un recente studio italiano ha evidenziato che un semplice esame del sangue può diagnosticare la celiachia in molti casi, evitando la necessità di una biopsia intestinale in anestesia generale. Oltre ai benefici per i pazienti, questa metodologia comporta un impatto ambientale significativamente inferiore.

Come funziona lo studio?

I ricercatori dell’Università di Perugia hanno condotto uno studio su 236 bambini, misurando l’impronta carbonica delle diverse tecniche diagnostiche per la celiachia. Hanno scoperto che l’esame del sangue comporta emissioni di CO2 pari a 57,2 kg per paziente all’anno, rispetto ai 397,9 kg associati alla biopsia intestinale tradizionale.

Maggiori dettagli sul nuovo studio

La biopsia intestinale richiede l’uso di anestesia generale e procedure endoscopiche, che contribuiscono in modo significativo alle emissioni di CO2. In particolare, ogni biopsia comporta l’emissione di 22 kg di CO2 per l’anestesia e 5,4 kg per l’endoscopia. Al contrario, l’esame del sangue ha un’impronta carbonica molto inferiore, stimata tra 0,1 e 0,15 kg di CO2.

Il dott. Francesco Valitutti, coordinatore dello studio, sottolinea che la tecnica basata su prelievi di sangue per la ricerca di anticorpi antitransglutaminasi e antiendomisio ad alto titolo è attualmente applicabile in circa due terzi dei pazienti. Tuttavia, con l’avanzare delle metodologie, si prevede un’estensione dell’applicabilità, apportando benefici sia ai pazienti che all’ambiente.

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