sabato, Febbraio 15, 2025
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L’ascolto: un ingrediente della comunicazione efficace

Cosa significa oggi ascoltare?

L’ascolto è un aspetto centrale della comunicazione e della relazione. Oggi il modo di entrare e stare in relazione è profondamente plasmato dalle dimensioni del virtuale e del digitale. Ciò non riguarda solo i giovanissimi, ma anche gli adulti non nativi dell’era digitale. Sono innegabili i progressi che l’online ha comportato, ma è opportuno evidenziare anche i rischi che una polarizzazione eccessiva su chat e social network può provocare. Si è sempre più disabituati a conversare con una persona guardandola negli occhi. Viviamo in un momento storico e sociale in cui trionfano i miti dell’individualismo e dell’autoaffermazione, sottovalutando l’importanza delle relazioni, il sano bisogno degli altri. Per molte persone la relazione si trasforma in una lotta di potere, in cui o si è dominanti o si è dominati. Le motivazioni di questo schema relazionale non sono da rintracciare solo nello scenario mediatico ma anche nelle personali esperienze di vita, in particolari infantili. Ascoltare sembra poco possibile, si è più preoccupati di doversi esprimere, di dover affermare il proprio pensiero nell’interazione. Troppo spesso si assiste a monologhi più che dialoghi, in cui l’altro diviene specchio o contenitore dei propri vissuti. La deriva rischia di essere quella di instaurare relazioni strumentali, in cui l’altro è uno strumento attraverso cui soddisfare narcisisticamente i propri bisogni. È una prospettiva che sottende una fragilità, la paura dell’intimità, di cui l’incapacità di ascoltarsi ne è un’espressione.

L’ascolto attivo

Partiamo da una premessa essenziale: per ascoltare qualcun altro è fondamentale saper ascoltare sé stessi. Oggi, le giornate strutturate su ritmi incessanti lasciano poco spazio e tempo per ascoltarsi ma l’iper-fare può rappresentare anche un’inconscia difesa psicologica, un antidoto dal sentire. L’ascolto attivo si fonda sull’empatia e sull’accettazione. Si configura come uno scambio comunicativo e relazionale in cui gli interlocutori si sentono sufficientemente liberi di esprimersi. Gli ingredienti necessari per realizzare un ascolto attivo sono:

  • sospendere i giudizi di valore; evitare categorizzazioni;
  • empatia;
  • verificare la comprensione (chiedere all’altro, ad esempio, conferma di ciò che si ha capito);
  • osservare;
  • curare la logistica (ambiente e contesto).

L’ascolto attivo è un pilastro della comunicazione efficace e si rivela fondamentale anche in contesti gruppali, ad esempio in classe con gli studenti.
In particolare, nella comunicazione di gruppo è essenziale curare la dinamica relazionale e adottare alcune strategie, tra cui:

  • utilizzare la prima persona (“Io sento”, “Io provo”);
  • non rincorrere la convergenza di pensiero: dare dignità a ogni verità, all’alterità nel gruppo; valorizzare le soggettività;
  • ricorrere al rispecchiamento empatico: non interpretare le parole dell’altro ma riassumerle senza modificarle (“mi stai dicendo che…”; “se ho ben capito ti sei sentito…”.
  • utilizzare segnali di contatto (linguaggio non verbale): sguardi benevoli, sorrisi, cenni di assenso con il capo o con il viso senza entrare nel merito dei contenuti della comunicazione.

Le barriere della comunicazione efficace

Ascoltare è difficile perché è difficile ascoltarsi e riconoscere quei sentimenti “scomodi”, quelle verità che spaventano, quei conflitti interni dolorosi. Esistono numerose barriere a cui tutti, più o meno consapevolmente, ricorriamo, ostacolando la possibilità di una comunicazione efficace. Tra gli ostacoli più comuni troviamo: dare ordini; fare raccomandazioni; moralizzare; persuadere; elogiare; ridicolizzare; interpretare; consolare; cambiare argomento. Troppo spesso si tende a giudicare frettolosamente, a rimanere ingabbiati nei propri pregiudizi, a temere la diversità. Illudersi che esistano verità assolute, “modi giusti di essere” sono semplificazioni che possono essere superficialmente rassicuranti. La complessità della realtà e degli esseri umani richiede una flessibilità e un’apertura per fare spazio alla relazione con qualcun altro che è sempre diverso da sé. Analogamente, all’interno della stessa persona possono abitare stati d’animo divergenti, posizioni contrastanti che è importante riconoscere ed ascoltare. Ciò che si nega non smette di esistere ma si somatizza, o si esprime inconsapevolmente attraverso comportamenti poco funzionali o auto sabotaggi.

L’ascolto è vitale per il rapporto con sé stessi e per le relazioni con gli altri, è alla base della consapevolezza personale e dell’esperienza affettiva.

Dott.ssa Giulia Gregorini
Psicologa – Psicoterapeuta

ascolto - giulia gregorini

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