sabato, Febbraio 15, 2025
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Il volto nascosto degli amanti

Nella comprensione della realtà è automatico ricorrere a schemi semplificativi,  che possano favorire un “ordine cognitivo”. Quando si parla di tradimento è tendenza comune identificare nei ruoli di vittima la persona tradita e di carnefice la persona che agisce il tradimento e l’amante. In queste brevi righe proveremo ad abbandonare la lente del giudizio in favore di quella della comprensione e ci soffermeremo sul vissuto più profondo di chi reitera nella propria esperienza affettiva il ruolo dell’amante.

“Dottoressa mi innamoro sempre della persona sbagliata”: quando le scelte affettive si ripetono..

Nella mia professione non di rado ascolto l’esperienza di persone che, apparentemente, chiedono aiuto per una sofferenza sentimentale. È importante ricercare un senso profondo ai comportamenti manifesti. In particolare,  un campanello di allarme risiede nelle esperienze reiterate in cui la persona sperimenta la medesima posizione con attori differenti, riferendo sofferenza e turbamento. Spesso, quando le persone tendono a perpetuare dinamiche disfunzionali sono mosse da spinte inconsce e dal bisogno di rivivere un trauma non elaborato. Ognuno di noi, interiorizza in età precoce delle teorie su se stesso e sul mondo, che tenderà a confermare attraverso l’esperienza. Si tratta di mettere in discussione le distorsioni cognitive e di svelare i bisogni inconsci e sommersi. Il ruolo dell’amante ripetuto in diverse relazioni con esisto analogo e percepito come distonico con il proprio vissuto può sottendere fragilità emotive che richiedono di essere comprese. L’obiettivo non è giudicare, patologizzare e problematizzare a priori il ruolo dell’amante ma favorire consapevolezza nelle proprie scelte affettive.

“Accettiamo l’amore che pensiamo di meritare”

Ogni scelta affettiva sottende bisogni, consci e inconsci, da ricercare nella soggettività della persona e nella sua esperienza di vita. Possiamo tuttavia identificare alcuni aspetti che possono appartenere trasversalmente all’esperienza degli “amanti cronici”. Sul piano concreto gli amanti sono spesso relegati ai tempi e gli spazi dell’altro. I propri bisogni quindi apparentemente sono sublimati a quelli dell’altro. Altrettanto spesso l’amante resta in balia dei movimenti del partner, che promette di legittimare la loro storia disimpegnandosi dall’altro legame, quello ufficiale, e che puntualmente disattende l’aspettativa. Gli amanti sperimentano di fronte alla disillusione, senso di abbandono, senso di colpa, rabbia e delusione. Stiamo parlando degli amanti che a livello conscio desiderano un legame esclusivo e soffrono la loro condizione ma a livello inconscio ricercano esperienze in cui non c’è realmente spazio per questa possibilità. Le radici di questo vissuto possono essere molteplici tra cui:

  • Scarsa autostima.
  • Sfiducia verso l’altro.
  • Eccessiva dipendenza dalla propria famiglia d’origine: scegliere relazioni che non possono crescere può inconsciamente celare uno svincolo non avvenuto dalla famiglia. Per investire affettivamente in una coppia occorre essersi emotivamente separati dalla propria famiglia di appartenenza.
  • Rivalità arcaiche non risolte: spesso nell’esperienza da amante ci si confronta interamente con un “nemico”, il partner ufficiali, sentendosi perennemente “secondi”. Ciò può costituire la riproposizione di conflitti antichi non elaborati. Ad esempio quei figli che hanno ricoperto nella propria famiglia il ruolo della “pecora nera”, rispetto a fratelli valorizzati ed elogiati.
  • Paura dell’intimità.

Il diritto ad essere amati non è una premessa scontata ma una faticosa conquista.

A cura della Dott.ssa Giulia Gregorini

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