La separazione di coppia è un fenomeno sempre più comune
Le ragioni possono essere molteplici, da rintracciare nelle singole storie di vita delle persone ma anche in fattori culturali e sociali in rapida evoluzione. Non è un evento necessariamente traumatico: è importante non normalizzarlo eccessivamente, negandone la fisiologica sofferenza e non patologizzarlo, considerandolo disfunzionale. La separazione può essere l’espressione dell’immaturità emotiva dei due partner ma anche la soluzione più funzionale ed evolutiva per un sistema familiare.
Ciò che è fondamentale è come ci si separa
In questo breve articolo divulgativo ci soffermeremo su un aspetto ancora troppo presente nell’esperienza delle famiglie con bambini: la tendenza di un genitore a parlare ricorrentemente e persistentemente male dell’altro genitore ai figli.
La triangolazione
Stiamo parlando della triangolazione, della dinamica relazionale in cui un terzo (il figlio) viene coinvolto eccessivamente in un conflitto tra due persone (i genitori). La triangolazione può avere varie manifestazioni. In particolare, quando un genitore cerca l’alleanza del figlio contro l’altro genitore può esprimersi in modo denigratorio e svalutante, non riuscendo a comprendere quanto ciò possa nuocere al bambino. I genitori nella maggior parte dei casi non agiscono con intenzionalità negativa ma con poca lucidità. La separazione può riattivare nel vissuto emotivo e psicologico dei partner aspetti irrisolti, antiche sofferenze e spesso non si riesce a preservare adeguatamente i figli dalle questioni adulte. Un figlio triangolato reagirà alla dinamica con la sua soggettività ma con molta probabilità svolgerà funzioni che non gli spettano: sarà l’avvocato di un genitore e giudice dell’altro; farà il mediatore tra i tuoi genitori; svilupperà un comportamento problematico per distogliere i genitori dal loro conflitto.
L’onnipotenza infantile
I bambini fisiologicamente vivono una fase di “onnipotenza” in cui sentono che tutto dipende da loro. Ciò significa che quando vengono a mancare dei sani confini ed un bambino è reiteratamente triangolato, potrà sentire che è colpa sua se mamma e papà non vanno più d’accordo e potrà gradualmente sviluppare una percezione di sé auto svalutante, fondata su disistima e scarsa autoefficacia. Un bambino con una scarsa autostima rischia di diventare un adulto che non sente di aver diritto ad amore e non riuscirà a perseguire il suo benessere. Sentire di doversi schierare con un genitore o con l’altro crea, inoltre, nel bambino un profondo conflitto interno: sentirà che se si avvicina ad un genitore starà tradendo l’altro. Questo è un vissuto dilaniante, difficilissimo da sopportare.
Bambini invisibili: adulti incapaci di prendersi cura di sé
Nelle dinamiche di triangolazione disfunzionale il bambino non viene visto nei suoi bisogni e nel suo ruolo di figlio. Un figlio ha diritto ad avere una relazione con entrambi i genitori e con entrambe le famiglie d’origine, salvo condizioni eccezionali. Un bambino che si è sentito invisibile potrà sperimentare in età adulta la difficoltà a leggere i propri bisogni. Il riconoscimento dei propri bisogni è alla base della possibilità di prendersi cura di sé e di instaurare relazioni sufficientemente sane. Inoltre, potrà ricercare nella relazione di coppia la compensazione di quei bisogni infantili irrisolti, innescando relazioni di dipendenza e reiterando dinamiche disfunzionali.
Ci si può separare costruttivamente delineando dei confini chiari e proteggendo i figli dalle questioni adulte. Un bambino deve essere rassicurato dalla continuità della presenza di entrambi i genitori, nonostante la separazione. Per i genitori è importante riconoscere di aver bisogno di aiuto se la difficoltà diviene eccessiva e pervasiva. Se sarà il bambino a sviluppare un comportamento problematico, attraverso il suo disagio esprimerà un grido di aiuto ed offrirà una possibilità di crescita e cambiamento all’intera famiglia.
Dott.ssa Giulia Gregorini
Psicologa – Psicoterapeuta