L’intervento di sostituzione protesica è indicato nelle gravi artropatie che coinvolgono questa articolazione. Il Dott. Nicola Ivaldo, chirurgo ortopedico, spiega che è molto importante instaurare un rapporto di fiducia tra medico e paziente. Presentare tutte le informazioni necessarie sull’intervento e sulle sue aspettative è fondamentale e necessario.
Artropatia e protesi di spalla: quando è indicato l’intervento?
Cosa aspettarsi dall’intervento?
“Obiettivo principale è la risoluzione del problema dolore. Nella maggior parte dei casi possiamo prevedere un ottimo recupero della funzionalità con la possibilità di riprendere ad utilizzare l’arto in modo del tutto normale o quasi. Nel caso di patologie particolarmente severe, informiamo i pazienti in merito ad eventuali limiti che l’intervento potrà avere. Uno fra tutti la possibilità di portare la mano dietro la schiena per allacciare un grembiule o un reggiseno. Personalmente, nei casi in cui prevedo una limitazione tendo a fare una previsione leggermente pessimistica, in modo che, nel caso alcuni movimenti non vengano recuperati a pieno nel post operatorio il paziente non si dimostri deluso. Qui non vale la regola che si utilizza in altri ambiti della medicina, pensiamo a quello oncologico, in cui al paziente viene prospettato un risultato leggermente ottimistico.

Protesi di spalla: prima dell’intervento
Dopo la visita effettuata dallo specialista, che pone l’ indicazione all’intervento, il paziente dovrà essere sottoposto ad un pre ricovero della durata di alcune ore per effettuare gli esami preoperatori e la visita dell’anestesista.
Intervento: anestesia e durata
L’anestesia per un intervento protesico prevede un blocco anestetico della spalla attraverso una iniezione alla base del collo sotto guida ecografica. Successivamente si induce un’anestesia generale e si applica una maschera laringea attraverso la quale viene erogato un gas anestetico.
L’anestesia dura pochi minuti in più dell’intervento, da 40 minuti ad un’ora nei casi di routine. Permette un risveglio senza particolare disagio.
Al termine dell’intervento si applica un tutore reggibraccio che verrà indossato per un periodo che va dalle due alle quattro settimane.
Cosa accade dopo?
Il paziente viene monitorato (elettrocardiogramma, saturazione di ossigeno, ecc.) nelle prime ore dopo l’intervento. In genere, viene fatto alzare dal letto dopo due o tre ore sotto stretta sorveglianza infermieristica. La dimissione avviene di regola in seconda giornata.
Le cicatrici sono poco visibili nei pazienti anziani. In alcuni soggetti giovani talvolta la cicatrice può risultare evidente malgrado il chirurgo utilizzi le tecniche più raffinate.