Il benessere femminile può venire meno in casi particolari in cui si verifica una condizione detta atrofia vaginale. Ne parliamo con il Dott. Andrea Maria Scarpa, Medico Chirurgo che da molti anni si occupa di Medicina Rigenerativa a 360 gradi, membro attivo dell’IFATS (International Federation for Adipose Therapeutics and Science) e della SIMCRI (Società Italiana di Medicina e Chirurgia Rigenerativa Polispecialistica).

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Cos’è l’atrofia vaginale?

L’atrofia vaginale, ovvero la progressiva perdita di elasticità, vascolarizzazione e lubrificazione dei tessuti genitali interni ed esterni, è una condizione molto diffusa nella popolazione femminile dopo la menopausa, ma anche in tutte le circostanze in cui si verifica un calo di estrogeni, come nel periodo post-parto, durante l’allattamento o in seguito a un tumore sensibile agli estrogeni, a causa della chemioterapia o di un intervento chirurgico. Un problema che si abbina spesso ad altri disagi, quali bruciore, prurito, dolore e perdite, che interferiscono pesantemente con la funzione sessuale e la qualità di vita.

Inoltre, sintomi come l’elevata frequenza urinaria, soprattutto notturna, il dolore durante la minzione, l’incontinenza e le infezioni postcoitali, sono riportati con maggior frequenza quando è presente un certo grado di atrofia vaginale.

 

Come si può rimediare?

Movimento fisico, alimentazione corretta, creme ad azione emolliente lubrificante, terapie sostitutive, possono aiutare ma ci sono dei casi in cui non sono sufficienti e altri in cui il ricorso a terapie di sostituzione ormonale risulta assolutamente controindicato, come nel caso di donne ad alto rischio con storia di patologie maligne sensibili agli ormoni. In tutti questi casi si può ricorrere alla Medicina Rigenerativa, mediante procedure che consentono di agire delicatamente sui tessuti della mucosa vaginale per stimolare la produzione di collagene, migliorando la funzionalità della zona trattata e ripristinando il corretto equilibrio trofico della mucosa, senza effetti collaterali.

Le procedure più importanti che possono aiutarci ad invertire il processo degenerativo nei tessuti della mucosa vaginale sono il LASER (MonnaLisa Touch), il PRP (Plasma Ricco di Piastrine), Microfat e Nanofat, ma anche l’Acido Ialuronico, la Carbossiterapia e l’Ozonoterapia.

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Parliamo di laser

Il Laser CO2 frazionato (MonnaLisa touch) è la soluzione non chirurgica e non farmacologica più efficace per prevenire e trattare l’atrofia vaginale e le sue conseguenze. È un trattamento realizzato appositamente per la mucosa vaginale che previene e risolve gli effetti del calo estrogenico sui tessuti vaginali, riattivando la produzione di nuovo collagene e ristabilendo le condizioni e lo spessore della mucosa vaginale caratteristiche dell’età fertile. Il trattamento risulta essere un prezioso aiuto per le pazienti oncologiche e per chi non desidera o non può eseguire terapia ormonale sostitutiva, ma anche per le pazienti con disturbi di tipo ginecologico con alterazione della sensibilità vescicale, considerando il possibile miglioramento di tali disturbi a seguito del rimodellamento della parete vaginale anteriore. È, inoltre, fondamentale nel trattamento del Lichen Sclerosus.

Agisce con delicatezza sulle pareti della mucosa vaginale attraverso uno scanner apposito, provocando delle microlesioni impercettibili ma necessarie per innescare un processo di neocollagenesi (produzione di nuovo collagene), di riorganizzazione e riequilibrio dei componenti della mucosa vaginale. Il processo di rigenerazione tissutale dura diverse settimane, ma la stimolazione è immediata e già dopo il primo trattamento si riscontrano importanti miglioramenti. Il tessuto della mucosa diventa più nutrito, idratato, l’epitelio si ispessisce e diventa più tonico (vaginal tightening) e meno lasso. Contribuisce a ristabilire inoltre il corretto pH vaginale che favorisce il mantenimento della naturale barriera protettiva riducendo i rischi di infezioni.

L’azione del laser riattiva e ristabilisce, quindi, in modo del tutto sicuro e indolore, la corretta funzionalità delle strutture coinvolte a livello urogenitale, migliorando inoltre anche i sintomi associati a disfunzioni urinarie (lieve incontinenza da stress).