Un male silenzioso, che colpisce sempre più persone. Eppure, nella nostra società vige un assioma difficile da sfatare: se non sembri triste, allora non puoi essere malato. La depressione, però, è un disturbo tra i più diffusi. Si stima che ne soffra dal 10 al 15% della popolazione mondiale, con una frequenza maggiore tra le donne.
«La depressione è caratterizzata da un corteo di segni e sintomi – puntualizza la Dott.ssa Beatrice Casoni, Psichiatra e Psicoterapeuta, esperta in disturbi dell’umore, Psico-oncologia e Direttore sanitario della clinica Neurocare di Bologna – ma occorre subito fare una precisazione. Con il termine depressione si vuole identificare un vero e proprio disturbo che necessita di trattamento, diverso dallo stato di demoralizzazione che ci assale quando gli eventi di vita sono avversi. Chi è depresso non riesce a reagire nemmeno quando le difficoltà si risolvono».
La depressione: sintomatologia
Situazioni di estremo disagio, quindi, che sono ancora più gravi e marcate nei casi che la medicina ha ribattezzato come momenti di depressione resistente. Essi si verificano quando non avviene alcuna risposta ai trattamenti terapeutici prescritti, benché assunti con un dosaggio e per un tempo adeguati. Anzi, i sintomi risultano immutati o peggiorati.
Da questo risulta chiaro come sia assolutamente necessario escludere, quindi, tutti i casi di pseudo-resistenza, cioè secondari a trattamenti inadeguati per errori medici o scarsa compliance da parte del paziente. In questi casi, le contromisure da adottare consistono in variazione della terapia in atto, sostituzione con un altro farmaco antidepressivo, combinazione di due o più antidepressivi ed infine la strategia di potenziamento con farmaci non primariamente antidepressivi.
Cure e trattamenti
«I trattamenti per la depressione prevedono terapie farmacologiche e psicoterapia, della quale mi piace sempre sottolineare l’importanza perché il sintomo non deve essere semplicemente nascosto dal farmaco, il sintomo deve essere studiato, capito e accettato, solo allora potrò dire di averlo davvero risolto. Negli ultimi anni si sta sempre più parlando di neuromodulazione, in particolare di stimolazione magnetica transcranica, trattamento approvato dall’FDA per la depressione maggiore resistente», spiega la psichiatra.
La stimolazione magnetica transcranica è un trattamento di neuromodulazione, vale a dire di stimolazione cerebrale più o meno focalizzata, direzionabile e reversibile, in grado di modificare prevedibilmente il modo in cui i neuroni comunicano tra di loro e, di conseguenza, di modificare il comportamento umano sostenuto da quei neuroni.
«Si tratta di un trattamento che può essere utilizzato anche per la cura di altri problemi, tra cui il cosiddetto disturbo ossessivo compulsivo. Ma non solo: anche per la riabilitazione post ictus in deficit motori, e ancora afasie, acufeni, declino cognitivo, dolore cronico neuropatico, disturbi d’ansia e del sonno», conclude la Dott.ssa Casoni.
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