venerdì, Marzo 21, 2025
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Morbillo, casi in aumento in Italia per il calo delle vaccinazioni: l’allarme degli esperti

Nel primo trimestre del 2024, in Italia sono stati segnalati 213 casi di morbillo, con numeri più elevati riscontrati nel Lazio, in Sicilia e in Toscana. L’88% delle infezioni coinvolgeva individui non vaccinati. Gli esperti sono preoccupati per questi dati allarmanti e temono il peggio nei prossimi mesi: “Si tratta di una malattia che solitamente ha la maggiore incidenza in primavera e in estate, quindi c’è da chiedersi cosa accadrà nelle prossime settimane. A preoccupare, inoltre, è soprattutto la popolazione adulta perché stiamo vedendo molti casi nella fascia tra i 15 e i 40 anni”, spiega l’infettivologo Matteo Bassetti.

Il boom di morbillo

Il bollettino della sorveglianza integrata morbillo-rosolia dell’Istituto Superiore di Sanità riporta dati preoccupanti: nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 marzo 2024, sono stati registrati ben 213 casi di morbillo solo in Italia. Le regioni più colpite, Lazio, Sicilia e Toscana, hanno visto il 68% dei casi totali. Il morbillo è una malattia altamente contagiosa, con un tasso di contagio stimato tra 16 e 18 per ogni persona infetta. Questo dato, associato alla diminuzione della copertura vaccinale negli ultimi anni, suscita serie preoccupazioni, come sottolineato dal primario di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova.

Perché crescono i casi di morbillo

“Purtroppo era solo questione di tempo, era prevedibile un aumento della diffusione del morbillo. Se guardiamo all’Europa, lo scorso anno si erano contati circa 30mila casi. Il problema del calo delle vaccinazioni era già presente: fin dagli anni ’90 e nei primi del 2000 si era diffuso un certo scetticismo nei confronti della vaccinazione per questa malattia, a causa di false affermazioni da parte di un ex medico britannico, poi smentite, che l’associavano a forme di autismo. A questo si sono aggiunte le conseguenze del periodo Covid, che ha portato sfiducia nei vaccini, e di recente anche un’ondata di casi dall’est Europa. Ora bisogna capire cosa succederà nei prossimi mesi”, sottolinea Bassetti.

Più adulti ammalati e conseguenze più gravi

A preoccupare maggiormente è anche la fascia d’età della popolazione colpita: «Pur essendo tipicamente una malattia pediatrica, oggi vediamo molti adulti colpiti dal morbillo. È appunto una conseguenza del fatto che molti genitori, nel recente passato, hanno scelto di non vaccinare i figli», spiega Bassetti. Oggi ci sono giovani adulti che non hanno mai contratto la malattia grazie all’immunità di gregge, ma che ora sono esposti ad essa. Le conseguenze possono essere più gravi rispetto a quelle che si riscontrano nei bambini: “In età pediatrica la malattia è più gestibile, mentre con l’aumentare degli anni si può andare incontro a polmoniti ed epatiti da morbillo, o a encefaliti con anche potenziali altri problemi a carico di organi diversi”.

Una malattia da non sopravvalutare

Il morbillo è causato da uno dei virus più contagiosi conosciuti, con un numero di riproduzione di base tra 12 e 18, il che significa che circa il 90% delle persone suscettibili esposte a una persona infetta contrarrà la malattia. La contagiosità persiste per circa 5 giorni dopo il contatto con il virus e fino a una settimana dopo la scomparsa delle macchie. La trasmissione avviene principalmente per via aerea, attraverso le goccioline respiratorie rilasciate nell’aria quando il malato tossisce, starnutisce o parla, o tramite il contatto con superfici contaminate.

Il morbillo può portare a complicazioni più o meno gravi, che si verificano in circa il 30% dei casi. Le principali complicazioni includono encefalite (infiammazione del cervello), otite (infezione dell’orecchio), polmonite (infiammazione dei polmoni), convulsioni e panencefalite sclerosante subacuta, una forma rara e grave di malattia neurologica.

I consigli dell’esperto

Gli esperti non hanno dubbi. Anche Pierluigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, parla di «una vera e propria emergenza che sta passando sotto il silenzio delle istituzioni». Lopalco spiega che «è urgente alzare la guardia e chiamare alla vaccinazione tutti quelli, soprattutto adolescenti e giovani adulti, che non hanno mai avuto la malattia e non sono vaccinati». «Se 50 anni fa non avevamo armi, perché non c’era il vaccino, oggi possiamo scegliere. L’appello è a verificare se si è vaccinati, controllando il proprio libretto vaccinale. Se non lo si può dedurre, basta fare un semplice esame del sangue e, in caso manchino gli anticorpi, suggerirei di sottoporsi a vaccinazione», esorta Bassetti.

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