Dottor Google vale anche per gli adolescenti?
Chi l’avrebbe detto che solo il 15% delle adolescenti vede il web come riferimento per saperne di più di mestruazioni? Un’indagine conferma che le adolescenti scelgono la famiglia (85%) e la scuola (36%), anche se tra i banchi persiste la vergogna (65%). È indubbio che sul web si siano moltiplicate le conversazioni, le storie e le esperienze che riguardano argomenti intimi. Un fenomeno importante che ha sicuramente il pregio di allargare la discussione e permettere a molte giovani di saperne di più anche sulle mestruazioni. Ma c’è ancora molto da fare.
L’aiuto delle insegnanti vale per 1/3 delle ragazze
Secondo una ricerca Censuswide-Intimina il 36% delle informazioni sulle mestruazioni provengono dagli insegnanti e da amici, mentre l’86% dice di essere stata preparata sull’argomento direttamente dalle madri e solo il 12% dai fratelli o sorelle. Il web è considerato un aiuto sull’argomento solo per il 15% delle ragazze.
“Il rapporto con le insegnanti non può sostituirsi a quello con un genitore o familiare, ma può diventare un riferimento importante, purché sia istituzionalizzato e formale. Questo significa che un insegnante che prepari le giovani a vivere la mestruazione come un evento del tutto naturale anche chiarendone l’aspetto scientifico e sociale” spiega Alessandra Bitelli, Woman Empowering Coach, “può essere di grande supporto a quanto già spiegato in ambito familiare, anche se non può e non deve generare intimità e confidenza. Il ruolo dell’insegnante deve, cioè, rimanere all’interno della cornice pedagogica e come tale deve essere interpretato da tutte le persone coinvolte, non ultimo perché, da sempre, in età adolescenziale, un estraneo riscuote un ascolto più attento del genitore.”
Dott. Google non vale per le mestruazioni
Superano abbondantemente la metà (65%) le ragazze intervistate che hanno dichiarato di provare vergogna o di cercare di nascondere di avere le mestruazioni quando sono a scuola, mentre solo l’11% non si sente mai in imbarazzo durante le mestruazioni. Stupisce il fatto che internet sia considerato di aiuto solo nel 15% delle ragazze, anche se sempre il doppio rispetto al medico (7%) e i propri padri (6%). “Arrivare a conclusioni sbagliate è molto facile soprattutto quando le risposte sono fatte da deduzioni o da racconti tramandati. È fondamentale educare le donne e soprattutto le “piccole donne” adolescenti” precisa la Dott.ssa Roberta Rossi, sessuologa e psicoterapeuta, “a una scelta consapevole per una migliore gestione delle mestruazioni, parlandone in maniera chiara e diretta, evitando di utilizzare nomignoli o sottintesi che non fanno altro che perpetuare il tabù”.