Il rapporto degli italiani con il sovrappeso e obesità
Il prossimo 7 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Salute promossa dall’Organizzazione Mondiale della sanità nel suo 75° anniversario. “Health For All”, salute per tutti, è lo slogan della giornata e l’obiettivo dell’Oms è che “tutte le persone godano di buona salute per una vita appagante in un mondo pacifico, prospero e sostenibile”. L’OMS mette in evidenza l’importanza di affrontare le disuguaglianze sociali e richiama l’attenzione sulla necessità di una visione più ampia della salute, che non si limiti alla sola assenza di malattia, ma comprenda anche il benessere fisico, mentale e sociale. Le disuguaglianze sanitarie minacciano anche i progressi compiuti fino ad oggi aumentando il divario di equità, ma sarebbero prevedibili attuando strategie che pongono maggiore attenzione verso i gruppi più vulnerabili ed emarginati. Il nuovo rapporto World Obesity Atlas della World Obesity Federation, pubblicato in occasione della Giornata mondiale dell’obesità, mette a luce che, in base alle tendenze attuali, entro il 2035 il 51% della popolazione mondiale vivrà in sovrappeso o in obesità.
La multinazionale Americana Allurion, leader nella perdita di peso racconta tramite un sondaggio commissionato a YouGov la percezione che gli italiani hanno sul sovrappeso, obesità e rischi di una scorretta alimentazione. La quasi totalità degli italiani, il 95% è consapevole che l’obesità ha un impatto non solo a livello fisico, ma anche mentale, il 95% è consapevole che l’obesità sia un fattore di rischio per altre malattie, tra cui il diabete. Siamo convinti che il problema sia principalmente legato alla familiarità e non conosciamo la differenza tra sovrappeso e obesità. Per l’83% degli italiani l’obesità̀ dovrebbe essere considerata una malattia. Rispetto agli altri paesi indagati siamo meno preparati e informati su cosa fare in caso di obesità: il 75% indica un consulto con un
nutrizionista come unica soluzione, segue un consulto endocrinologo per il 39%, siamo molto meno informati rispetto a tutti gli altri paesi indagati.
L’ obesità condiziona la vita sociale, affettiva e lavorativa
l 72% degli Italiani pensa che nel nostro paese la discriminazione legata al peso sia più rilevante rispetto al passato e che in questo senso media e social media abbiano una notevole responsabilità.
Per il 69% dei nostri connazionali il sovrappeso può portare ad un isolamento dal resto della società e difficoltà nell’avere relazioni affettive. Per il 60% è causa di atti di bullismo. Per il 61% degli italiani l’essere in sovrappeso o obesi comporta disparità nel mondo del lavoro, può causare difficoltà nel trovare un impiego e si riflette in salari più bassi.
La consapevolezza sul tema: informazione deve passare anche dai social media
Le persone in sovrappeso oggi chiedono un aiuto importante ai social media responsabili di una negativa percezione della malattia: prima di tutto sono richieste attività di divulgazione da account istituzionali soprattutto su Facebook (48% degli italiani), mentre su Instagram il 37% degli interrogati si aspetta campagne di sensibilizzazione da parte di influencers. In generale semplicemente dare maggiore visibilità nei social a persone obese o sovrappeso può aiutare a combattere questo stigma (complessivamente lo pensa il 40% – a prescindere dal social network).
Ufficio Stampa Allurion