Il 24 novembre dal Belgio uno dei più famosi ed esperti specialisti di chirurgia zigomatica in Europa sarà ospite del Dr. Schiroli per vedere la sua tecnica applicata in due interventi dal vivo.

Il Dr. Schiroli ha già tenuto tre corsi sulla Tecnica Subperiostale 3Dmedica SP4 tra Genova, Milano e Pescara. In particolare, in occasione del corso nel capoluogo lombardo, era presente anche il Prof. Nemtoi, arrivato appositamente dall’Università di Iași per assistere all’innovativa tecnica proposta dal dottore. Il Professore si è detto entusiasta della dimostrazione proposta e ha già inviato diverse radiografie dei suoi casi al Dr. Schiroli.

L’intervista al Dr. Schiroli

Abbiamo fatto qualche domanda al Dr. Schiroli per capire meglio l’innovazione dell’Implantologia Subperiostale.

Da diversi anni Lei utilizza un innovativo metodo per curare i pazienti che non hanno sufficiente osso per eseguire l’implantologia tradizionale. Ci può spiegare in cosa consiste questo nuovo tipo di implantologia?

In primo luogo bisogna subito comprendere che si tratta di impianti che non vengono inseriti nell’osso ma sopra di esso, sotto la gengiva e il periostio: da qui il nome di subperiostali o iuxtaossei. Vengono costruiti con una tecnologia di microfusione di particelle di titanio e sono modellati al computer sulla misura e sulla forma dell’osso del singolo paziente, come un vestito di sartoria per intenderci. Appena terminato l’intervento vengono poi inseriti anche i denti provvisori fissi già preparati al computer e il paziente può quindi masticare e sorridere immediatamente.

Quindi non si tratta di un’evoluzione dell’implantologia tradizionale, ma di un metodo completamente nuovo?

Più o meno. In realtà il concetto era già stato introdotto negli anni 50 in Svezia, ma dopo un periodo di utilizzo, per via dei limiti dettati dalla realtà storica di allora, fu poi abbandonato a causa della complessità e dei rischi. Il nostro team non ha fatto altro che applicare le nuove tecnologie computerizzate semplificando il metodo e rendendolo quindi sicuro ed efficace. Un po’ come il radar che fa atterrare gli aerei nella nebbia.

Però sappiamo che è da molti anni che ha iniziato questo progetto e ha già tenuto tre corsi per i medici che desiderano imparare questa nuova tecnica.

Sì, è vero. Abbiamo iniziato la sperimentazione più di dieci anni fa e abbiamo eseguito il primo intervento nel 2012. Ritengo che le innovazioni, per quanto tecnologiche, nel campo della medicina e della chirurgia, abbiano necessità di rigore scientifico. Quindi abbiamo aspettato di avere le adeguate conferme dei risultati prima di iniziare la commercializzazione e l’attività divulgativa. Questo nel rispetto del paziente e della comunità odontoiatrica.

Quindi potremo dire definitivamente addio alla dentiera?

Forse in un prossimo futuro sì. Sicuramente oggi, con questa tecnica, possiamo definitivamente evitare difficili e lunghi interventi di prelievi ed innesti di osso, oltre a fare anche a meno dell’impiego dell’implantologia zigomatica, la quale presenta importanti rischi e complicanze.