Pubblicato su Repubblica il 22/11/2020
Il carcinoma prostatico è una malattia in costante aumento; l’incidenza nei paesi occidentali è di oltre 500 nuovi casi per 100 mila abitanti e il numero di casi attesi per anno in Italia varia tra 12 e 15 mila.
È il tumore più frequente nei pazienti adulti di sesso maschile: l’esame del sangue del PSA eseguito periodicamente – spiega il Dott. Carlo Ambruosi, specialista in urologia – consente di giungere ad una diagnosi precoce al fine di pianificare il trattamento adeguato. Le terapie per il tumore della prostata (sorveglianza attiva, intervento chirurgico, radioterapia o terapia medica) variano in base all’estensione della malattia e all’età del paziente.
Quali sono i sintomi del tumore della prostata?
Il tumore della prostata nelle fasi iniziali non dà alcun sintomo. I sintomi urinari spesso sono legati all’ingrossamento della prostata e non c’è alcuna relazione con il tumore. Per questo motivo è consigliabile svolgere una visita dall’urologo dopo i 50 anni. Un tumore prostatico scoperto nelle fasi iniziali, nella maggior parte dei casi, è curabile.
Che cos’è l’esame del PSA?
E’ un esame del sangue che dosa una proteina prodotta dalla prostata: l’aumento del PSA non è sempre indice di tumore, anche altre patologie o condizioni particolari possono aumentarne il valore. Ma è consigliabile controllarlo periodicamente dai 50 anni in poi (anche dai 45 anni, in alcuni casi di familiarità con la neoplasia). I valori di riferimento vanno valutati di caso in caso. La periodicità di esecuzione dell’esame deve essere stabilita dall’urologo.
di Floriana Ferrando
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