venerdì, Novembre 7, 2025
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Primo cuore artificiale impiantato in Lombardia: “Nuova speranza per chi aspetta il trapianto”

In Lombardia, è stato impiantato per la prima volta un cuore artificiale di ultima generazione con valvole biologiche, in grado di sostituire completamente il cuore e di replicarne le funzioni in maniera molto simile a quella fisiologica. Il nuovo dispositivo, che si adatta automaticamente all’attività fisica del paziente, è stato utilizzato di recente presso l’Ospedale Niguarda di Milano per trattare con successo un paziente affetto da grave scompenso cardiaco con disfunzione sia del ventricolo sinistro che destro. Questo paziente era in lista d’attesa per un trapianto di cuore da diversi mesi.
L’intervento è stato eseguito con successo dall’équipe di Cardiochirurgia e Trapianto di cuore guidata dal Dott. Claudio Russo, con il supporto dello staff di Anestesia e Rianimazione cardiotoracovascolare diretto dal Dott. Michele Mondino. L’innovativo dispositivo consentirà al paziente di affrontare il periodo precedente al trapianto di cuore con una migliore qualità di vita.

Le specifiche del cuore artificiale

Il cuore artificiale di nuova generazione, come spiegato dai rappresentanti dell’ospedale Niguarda, è progettato per sostituire completamente il cuore nativo, che viene rimosso mediante un intervento cardiochirurgico eseguito in circolazione extracorporea. Questo dispositivo è composto da una camera ventricolare sinistra e una ventricolare destra, a differenza dei sistemi di assistenza Vad (Ventricular Assist Device) comunemente utilizzati, che sono piccole pompe a turbina in grado di fornire un flusso sanguigno continuo, sostenendo principalmente il ventricolo sinistro. Al contrario, il nuovo cuore artificiale è dotato di quattro valvole biologiche corrispondenti alle valvole tricuspide, polmonare, mitrale e aorta del cuore nativo. Questo gli consente di generare un flusso sanguigno fisiologico pulsato, simile a quello prodotto naturalmente dal cuore, con una pressione sistolica e diastolica distinta.

“Questa caratteristica – sottolinea Russo – mette al riparo da tutte le possibili complicanze del flusso continuo. Inoltre, il cuore artificiale a valvole biologiche è dotato di sensori che permettono un adattamento dell’attività in base alle richieste dell’organismo, così come succede nel cuore nativo. Tra i vantaggi di questo nuovo device rientrano anche le superfici interne totalmente rivestite di membrane biologiche che richiedono bassi livelli di terapia anticoagulante con un ridotto rischio di complicanze correlate”.

L’intervento al Niguarda di Milano

L’intervento è estremamente complesso, come sottolineato dai professionisti dell’ospedale Niguarda, poiché richiede la rimozione totale del cuore nativo, il quale viene sezionato a livello delle valvole tricuspide e mitrale. “La tecnica deve essere eseguita con estrema precisione per evitare qualsiasi rischio di emorragia”, sottolinea Russo. Dopo aver completato le suture, il sistema viene attivato, interrompendo la circolazione extracorporea. L’attivazione avviene mediante un sistema elettromagnetico e l’energia, analogamente ai Vad, viene fornita attraverso un cavo percutaneo che alimenta il sistema esternamente. Quest’ultimo è completamente alloggiato nel torace, occupando il posto del cuore nativo.

“Questo tipo di device rappresa un passo in avanti per migliorare la condizioni di chi va incontro a uno scompenso cardiaco biventricolare, tale da rendere necessario un trapianto cardiaco, ma che proprio per la compromissione di entrambi i ventricoli non può giovarsi dell’impianto di un Vad”, rimarcano gli esperti, ricordando che “la carenza di organi da trapiantare purtroppo allunga notevolmente il periodo di attesa per questi pazienti”.

“Si consideri che l’attesa media in lista ordinaria per trapianto di cuore in Italia è di circa 3 anni – rammenta Russo – e una tecnologia che mima da vicino la fisiologia cuore può aiutare a portare nelle migliori condizioni possibili i pazienti ad affrontare il trapianto. L’auspicio è che in un futuro prossimo l’impiego del cuore artificiale possa perfezionarsi e divenire una soluzione alternativa definitiva al trapianto di cuore, in particolare per quelle categorie di malati con disfunzione cardiaca biventricolare e con controindicazioni (per età o malattie associate) al trapianto di cuore”, conclude lo specialista.

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