Non c’è solo la giornata dedicata alle donne o ai bambini, oggi 19 novembre è la Giornata Mondiale dell’Uomo, inteso come individuo maschile. La scelta di questo giorno non è casuale: l’evento fu pensato per la prima volta dal professor Thomas Oaster l’8 febbraio 1991 e fu celebrato l’anno seguente il 7 febbraio. Il progetto venne poi rilanciato nel 1999 a Trinidad e Tobago da Jerome Teelucksinghe e venne scelta la data del 19 novembre perché era il compleanno di suo padre. A queste prime celebrazioni ne seguirono molte altre a livello internazionale in Australia, nei Caraibi, in America del Nord, in Asia, in Europa e in Africa. La festività, non è ancora riconosciuta dall’ONU e ad oggi si celebra in circa cinquanta Paesi: dal 2013 c’è anche l’Italia.
Lo scopo della giornata dell’uomo
Al di là degli aspetti folkloristici della festività, nel tempo ci si è poste delle finalità da promuovere e seguire:
- promuovere modelli positivi per il ruolo maschile ispirandosi non solo a persone famose ma anche a lavoratori che conducono una vita normale e onesta;
- ricordare il contributo positivo dato dalla componente maschile alla società, alla comunità, alla famiglia, al matrimonio, all’infanzia e all’ambiente;
- promuovere per l’uomo diritti riproduttivi (quali la possibilità di scelta se divenire padre o meno, detta anche rinuncia legale alla paternità);
- promuovere l’uguaglianza di genere migliorando le relazioni tra sessi;
- migliorare la salute e il benessere degli uomini su tutti i piani;
- ricordare che esiste la discriminazione nei confronti degli uomini in aree che riguardano i servizi sociali, le attitudini e le aspettative sociali e l’applicazione della legge;
- creare un mondo migliore nel quale le persone possano crescere al sicuro per raggiungere il loro pieno potenziale;
- arginare la piaga dei suicidi dei maschi che ha raggiunto i livelli preoccupanti di una vera e propria epidemia.