Il coraggio di Sofia e l’associazione “Sofia nel cuore”

La diagnosi nel 2021 aveva lasciato tutti senza parole. Sofia Sacchitelli, 23enne di Genova, studentessa di Medicina al quinto anno aveva scoperta di essere affetta da una rara malattia: un angiosarcoma cardiaco, un tumore al cuore molto aggressivo. Non le resta purtroppo molto tempo da vivere, ma la giovane non ha nessuna intenzione di passarlo a piangere e rimuginare. Sofia vuole aiutare i malati del futuro ed ecco perchè ha scelto di aprire l’associazione Sofia nel cuore, che attraverso una raccolta fondi, vuole portare avanti un progetto di ricerca scientifica per migliorare la qualità di cura e ampliare l’offerta terapeutica per i pazienti affetti dal suo stesso male. Sulla sua nuova pagina social @sofianel cuore racconta la sua storia e i suoi progetti, indicando il codice IBAN è IT56 M030 6909 6061 0000 0194 003 a cui fare la donazione.

Oggi nella giornata in cui si festeggia la donna, sono diverse le attività genovesi e associazioni del territorio che si sono mobilitate per sostenere la ricerca di Sofia nel Cuore, avvicinandosi al progetto, chi con biscotti, chi con hamburger e chi con cene benefiche. I luoghi dove potrete supportare Sofia sono l’hamburgeria Moucca di Piazza della Vittoria, la Pasticceria Valle in via Caprera, il panificio Le Fornarine di Via Cecchi e l’associazione Rotaract Club Genova che propone invece una cena a base di gelato, in collaborazione con il ristorante Cibus13, il cui ricavato verrà devoluto alla raccolta fondi di Sofia nel Cuore.

La storia di Sofia

In una lettera apparsa nei giorni scorsi sui social ha scelto di condividere tutto questo senza tralasciare nulla. “Il 10 novembre 2021 ho scoperto che l’atrio destro del mio cuore ospitava un’enorme massa di cellule tumorali maligne chiamata angiosarcoma cardiaco, tumore molto aggressivo e attualmente considerato a prognosi infausta. Patologia talmente rara e assurda, con quota di circa 2-3 casi per milione di abitanti, tanto da ritenermi quasi ‘fortunata’ ad esserne stata colpita. Mi ci sono voluti diversi mesi per riuscire a pronunciare quell’orrenda parola senza la voce tremolante e senza essere percossa da un brivido lungo la schiena. Parto dal presupposto che la mia filosofia di vita fin da piccola, ogni volta che mi capitava qualcosa che mi faceva sentire sfortunata, oppure che ritenessi ingiusta, è sempre stata ‘le tragedie nella vita sono altre’. In seguito alla diagnosi e dopo essere stata dichiarata l’inoperabilità del mio tumore, vista la sede e di conseguenza l’impossibilità di asportare l’organo, mi è risultato più difficile applicare la mia filosofia. Dopo un iniziale momento di rabbia e sconforto ho cercato, tra un ciclo di chemioterapia e l’altro, di continuare a condurre una vita il più normale possibile, per il bene e la salute mentale mia e della mia famiglia. Già la vita è breve e se la mia lo è ancora di più, meglio godersela e fare ciò che ti rende felice“.

Ho sempre amato la vita, adoravo riempirmi le giornate di impegni e circondarmi di persone positive. Non ho mai avuto rimpianti e grazie al sostegno e ai sacrifici dei miei genitori sono sempre riuscita a fare tutto ciò che mi rendesse felice e mi facesse stare bene. Il destino purtroppo mi ha impedito di realizzare tutti i progetti che avevo in mente: diventare medico, sposarmi, avere dei bambini, passare dei momenti con le persone che amo, andare a vedere la Samp con mio papà e mia sorella, viaggiare, accudire i miei genitori da anziani e invecchiare. Il pensiero più angoscioso e tormentoso per me rimane il fatto che due genitori rimarranno senza la loro creatura, una ragazza senza la sua adorata sorella minore e un ragazzo senza l’amore della sua vita; a questo non riuscirò mai a trovare una giustificazione che mi dia pace”, ha continuato. “Non lo faccio per me. Tra un po’ morirò. Mi sono data anima e corpo al progetto che avevo in testa. Non è stato semplice ma ce l’ho fatta. L’associazione a cui ho dato vita è una bella realtà. E forse, in un certo senso, anche il mio futuro“, ha dichiarato Sofia al Corriere della Sera. “Il mio sogno sarebbe che nessuno mai più ricevesse una sentenza di morte come è capitato a me e a tutte le persone che hanno lottato contro la stessa malattia“.

 

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Il mio sogno sarebbe che nessuno mai più ricevesse una sentenza di morte come è capitato a me e a tutte le persone che hanno lottato contro la stessa malattia. Sono perfettamente consapevole del fatto che gli studi di ricerca si concentrino di più sui tumori con incidenza maggiore sulla popolazione, come è logico che sia. Quello che ho deciso di realizzare è una raccolta fondi in cui verserò tutti i miei risparmi guadagnati da studentessa lavoratrice. Chiunque vorrà potrà contribuire, anche in minima parte, a raggiungere questo obiettivo. La raccolta sarà finalizzata a studi di ricerca sugli angiosarcomi realizzati da parte dell’Italian Sarcoma Group per permettere una cura e una qualità di vita migliori nei pazienti affetti da questa patologia. Ora l'”unico e vero” desiderio di Sofia è quello di “fare anche solo un piccolissimo passo avanti nella ricerca e sulle conoscenze di una malattia estremamente rara come l’angiosarcoma cardiaco. Avendo colpito me personalmente mi riesce veramente difficile rimanere indifferente; soprattutto per tutte le persone e le famiglie che si sono sentite spaventate, abbandonate e sconfortate al momento della diagnosi, come è capitato a noi. Tutto questo ovviamente è alimentato dal fatto che sono una studentessa di Medicina e dalla mia profonda fiducia nella ricerca. Magari non darà risultati grandiosi, ma vorrei comunque provarci“, ha spiegato.