Allineamento cinematico e ruolo del chirurgo in fase operatoria
Allineamento cinematico per gli interventi al ginocchio. In che direzione sta andando la ricerca e lo sviluppo per il futuro. Abbiamo parlato di questo e non solo insieme al Dott. Fabio Oliva, chirurgo specialista in ortopedia-traumatologia, nonché uno dei creatori del Gruppo RGO, un team specialistico di eccellenza nell’ambito del trattamento chirurgico, e non solo, del ginocchio. Sono stati tra i primi in Italia ad eseguire la sostituzione protesica di ginocchio robot assistita, rappresentano una equipe d’avanguardia e punto di riferimento nel settore in tutto il Nord Ovest.
Le innovazioni quali sono?
“Negli ultimi anni si è sviluppata questa tecnica di approccio alla chirurgia del ginocchio protesica: l’allineamento cinematico, in contrasto con quella è che sempre stata la tecnica di allineamento meccanico, utilizzata da 40 anni a questa parte. L’allineamento cinematico cambia la visione delle regole del posizionamento delle protesi di ginocchio che si avevano fino a qualche anno fa, cercando di ripristinare la meccanica e la cinematica dell’articolazione nativa del paziente”.
Come funziona?
“Tramite alcune misurazioni e particolari strumentari, adatti per l’utilizzo della tecnica, si arriva a posizionare le componenti protesiche (femorale e tibiale) in una posizione simile, molto vicina a quelle che erano la rotazione, la flessione e l’asse del ginocchio in partenza: così facendo viene ripristinata l’articolazione nella maniera più simile a quella nativa. La tecnologia ci aiuta grazie allo sviluppo di strumentari apposta, ad attrezzature e al design delle protesi più adatte a questo tipo di tecnica. Per il futuro poi si può pensare di utilizzare per l’impianto con la tecnica cinematica, comunque l’assistenza robotizzata e computer assistita. D’ora in avanti ci adegueremo e metteremo insieme le due tecniche così da essere più precisi nel nostro operato. Anche se la usiamo da poco tempo ci permette di vedere dei buoni risultati, soprattutto in quella che è la soddisfazione personale del paziente a pochi giorni dall’intervento: una camminata più fluida, deambulazione più naturale e un recupero più veloce e indolore“.
Il lavoro del chirurgo, dello specialista non deve mai essere dimenticato nonostante si vada incontro a sempre maggiore meccanizzazione
“Nonostante il sopraggiungere di nuove tecniche, dall’allineamento cinematico a quelle computer assistite o robotizzata, non si deve mai dimenticare l’importanza dell’operatore capace di metterle in pratica. La decisione nell’affrontare l’intervento e portarlo a termine (a volte viene programmato ma non sempre procede e si conclude come ci si immagina), è sempre nelle mani del chirurgo: questo è fondamentale, soprattutto se ci si imbatte in problematiche improvvise durante l’intervento. Non si deve pensare poi che quando si parla di robotica, sia il robot a fare l’intervento, anche il paziente spesso si confonde. Assolutamente non è vero, il robot dà una mano al chirurgo in quanto a precisione e nel reperire i dati numerici necessari per avere riscontri o sviluppare studi e lavori, ma l’intervento viene sempre impostato dal chirurgo e organizzato in base alla sua esperienza, esperienza che porta la macchina a lavorare nella giusta maniera“.