Un 13 febbraio di 76 anni fa veniva diffusa nell’etere la prima trasmissione di Radio Onu. Dal 2012, per ricordare quel momento storico, le Nazioni Unite hanno deciso di istituire la Giornata mondiale della radio. La tecnologia alla base della radio è frutto di ricerche indipendenti nella prima metà dell’800. Alcuni scienziati avevano scoperto l’esistenza delle onde radio che viaggiano nell’aria e che potevano essere intercettate con appositi strumenti: la svolta è merito di un teorico scozzese dell’elettromagnetismo e un fisico tedesco che sperimentò per la prima volta l’esistenza delle radiazioni elettromagnetiche. La scoperta attirò l’attenzione generale, ma in particolare di altri due fisici che, pur non essendo insieme, iniziarono a lavorare allo stesso progetto. Uno era l’italiano Guglielmo Marconi, lui che il 5 marzo 1896 a Londra diede i nativi alla radio.

La radio in Italia

In Italia la radio è stata uno strumento fondamentale per la propaganda fascista. Nel 1924 venne istituita la Uri (Unione radiofonica italiana) che nel 1927 divenne Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche) al quale fu affidato il monopolio delle trasmissioni radiofoniche. Dopo quasi 50 anni di appannaggio totalmente statale, nel 1974 la Corte costituzionale apre alla possibilità di fondare radio private. Iconica la trasmissione Chiamate Roma 3131 che, con la conduzione di Gianni Boncompagni, Franco Moccagatta e Federica Taddei, consentì per la prima volta la partecipazione del pubblico in diretta.

La nascita delle Web radio e dei podcast

Con l’arrivo di internet si sono moltiplicate le web radio, capaci di trasmettere attraverso la rete, con la possibilità di essere ascoltate in qualunque parte del Mondo, adattandosi all’evoluzione tecnologica. Inoltre, sempre grazie al web ora proliferano, i podcast, parti della stesse trasmissioni, che possono essere ascoltati quando si preferisce senza sottostare agli orari del palinsesto, con un evidente crescita nell’utilizzo soprattutto nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni.