Il chirurgo plastico italiano tra i migliori scienziati del mondo

Il Prof. Pietro Gentile, professore associato di Chirurgia plastica all’Università di Roma Tor Vergata, per la terza volta consecutiva è stato confermato nella classifica “Top Scientists – World’s Top 2%”, ranking dei migliori scienziati al mondo, pubblicata dalla Stanford University.
Il Dott. Gentile, con i suoi studi scientifici sulla chirurgia plastica rigenerativa, è giunto a un risultato che evidenzia e conferma l’eccellenza della chirurgia plastica italiana nel panorama della ricerca scientifica internazionale. Dal 2020, è a oggi l’unico chirurgo plastico italiano presente nella lista ad essersi riconfermato per la terza volta consecutiva.

Noi di Qui Salute Magazine abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.

 

L’intervista al Prof. Pietro Gentile

Pietro Gentile Qui Salute Magazine
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Per la terza volta consecutiva nella classifica Top Scientists – World’s Top 2%: cosa rappresenta per lei questo riconoscimento?

Essere per la terza volta consecutiva nella Top Scientist list è per me il riconoscimento a livello mondiale dei risultati dell’attività scientifica e chirurgica svolta per oltre quindici anni di ricerca.
E’ stato, ed è un cammino pieno di difficoltà, nonostante questo, ho trasformato ogni avversità, ostacolo e rifiuto in opportunità; auguro a chi fa ricerca in Italia di riuscire a fare lo stesso.

Su cosa si basa questa classifica e come è arrivato a questo risultato?

La Top Scientist è una lista dei migliori 100.0000 scienziati redatta ogni anno dal Prof Ioannidis dell’Università di Stanford. Lo studio da lui condotto ha analizzato ben 8,6 milioni di ricercatori di Università e Centri di ricerca di tutto il mondo, identificando gli scienziati che si sono distinti a livello mondiale, sulla base del numero di pubblicazioni, citazioni e h-index nelle relative aree disciplinari. Le liste, di cui l’ultima versione aggiornata alla fine del 2022 (Version 6), sono state prodotte con riferimento a 22 aree scientifiche e 174 sottocategorie. Le analisi sono state eseguite
utilizzando tutti i profili degli autori Scopus al 1° ottobre 2023. Per ogni scienziato sono stati indicati il ranking, le citazioni e il relativo h-index, misurando l’impatto in termini citazionali di ognuno e di ogni singolo lavoro applicando dei fattori correttivi, legati alle autocitazioni, ai lavori a singolo autore, al relativo posizionamento e alle dinamiche bibliometriche di ciascuna area scientifica. L’analisi degli indicatori bibliometrici ha consentito di valutare le attività di ricerca identificando le eccellenze nel relativo settore scientifico disciplinare.
La passione per la chirurgia plastica rigenerativa e il costante interesse nella ricerca scientifica mi hanno portato alla pubblicazione di molteplici studi scientifici in riviste internazionali sull’utilizzo di cellule e tessuti autologhi, in particolare il grasso. Tali studi, citati e condivisi da molti autori nel mondo, hanno reso possibile questo riconoscimento.

Diverse sue pubblicazioni trattano il tema della medicina estetica rigenerativa. A tal proposito, come è cambiata la chirurgia plastica ed estetica nel corso dei decenni?

Negli ultimi anni stiamo assistendo al passaggio dalla chirurgia dei trapianti e dunque dalla chirurgia sostitutiva alla chirurgia rigenerativa che sfrutta le cellule e i tessuti autologhi con finalità soprattutto riparatrici e anche estetiche.
Sono certo che nel futuro prossimo, la riparazione di deficit tissutali avverrà attraverso l’impiego delle proprie risorse mediante cellule e tessuti, e non più attraverso interventi invasivi, sostitutivi o demolitivi.

Ci può fare qualche esempio?

In campo estetico basti pensare alle donne che desiderano aumentare o migliorare i volumi e i profili del proprio seno. In passato l’unica possibilità chirurgica era rappresentata in questi casi dalle protesi mammarie. Oggi, è invece possibile valutare l’impiego del proprio grasso con la tecnica del Lipofilling. Il grasso può infatti essere prelevato con una semplice liposuzione da cosce, addome e fianchi, essere sottoposto nel corso dello stesso intervento a procedure di manipolazione minima, quali centrifugazione, filtrazione, lavaggio, finalizzate alla purificazione del tessuto adiposo e alla concentrazione in esso delle cellule staminali mesenchimali, per poi essere re-inserito a livello mammario. Il lipofilling mammario è stato oggetto di molteplici pubblicazioni scientifiche. Rappresenta in pazienti selezionati una valida strategia alternativa alle protesi mammarie e può essere impiegata anche in ambito ricostruttivo post-oncologico o per il trattamento di esiti cicatriziali e di ustione.

In virtù di una minore invasività, come è cambiato l’approccio del paziente alla chirurgia estetica nel corso degli anni?

Negli ultimi anni i pazienti sono apparsi sempre più inclini a sottoporsi a procedure minimamente invasive. L’estrema attenzione per il proprio aspetto, amplificata anche dai social media, spinge a un costante miglioramento, senza però, il più delle volte, esser disponibili ad accettare le eventuali cicatrici o gli esiti di un tradizionale intervento chirurgico.
La Chirurgia Plastica Rigenerativa, in casi selezionati, presenta una minore invasività, consente l’utilizzo dei propri tessuti, e offre risultati più naturali.

Chirurgia plastica per scopi puramente estetici: secondo Lei esiste un limite oltre al quale il medico non dovrebbe andare o la considera esclusivamente una scelta personale del paziente?

Il Chirurgo Plastico deve necessariamente scoraggiare il paziente o la paziente quando vengono richiesti interventi chirurgici non indicati. In questi casi, non è etico assecondare il paziente pur di eseguire l’intervento richiesto, piuttosto è necessario trovare un giusto equilibrio tra ciò che viene chiesto durante la visita e ciò che davvero è indicato fare nel rispetto dei protocolli scientifici e delle linee guida.