La coppia e i figli

Le difficoltà di coppia influiscono a diversi livelli sul benessere e sullo sviluppo dei figli. Il rapporto che ognuno dei coniugi intrattiene con la propria famiglia di origine, i tagli emotivi, i nodi irrisolti del proprio passato incidono in maniera determinante sulla scelta del partner e dunque sul patto coniugale. Ognuno porta con sé una serie di bisogni rimasti insoddisfatti nell’ambito delle proprie relazioni primarie e che continuano a cercare soddisfacimento dapprima dal partner e poi, non ottenendolo, attraverso il piano inferiore dei figli, andando ad influire negativamente sul loro sviluppo e sul loro benessere. Nei casi più fortunati i figli segnalano il problema attraverso l’emergere di un sintomo, che porta la famiglia in terapia. I livelli di differenziazione dei genitori sono strettamente interconnessi ai processi di triangolazione dei figli. Vediamo in che modo.

La differenziazione dei genitori

La differenziazione riguarda la capacità della persona, diventata ormai adulta, di separarsi in maniera armonica dalla propria famiglia di origine, riuscendo però a mantenere nello stesso tempo un sano senso di appartenenza ad essa. Minore è il livello di differenziazione dei genitori dalla propria famiglia, maggiore sarà il rischio per i figli di fare da regolatore delle distanze e degli scambi tra i genitori: i figli divengono così mezzo utile per deviare il conflitto o l’insoddisfazione di coppia, venendo però schiacciati in una posizione scomoda e faticosa da profondi conflitti di lealtà, che minano il loro ciclo di sviluppo. E’ come se all’interno di questi sistemi esistesse, a livello multigenerazionale, una delega alla generazione successiva rispetto al soddisfacimento di questi bisogni antichi, che va a determinare l’instaurarsi di un circolo vizioso: difficoltà di differenziazione – triangolazione dei figli – difficoltà di differenziazione e così via.
Ne consegue che spesso in queste situazioni la coppia fa fatica ad esistere, non c’è emotivamente, o perché non si è mai realmente formata a causa di dinamiche di dipendenza dalle famiglie di origine che possono determinare fusione emotiva tra i partner o l’instaurarsi di una relazione come tra fratelli più che tra coniugi, o ancora la coppia non esiste perché è evaporata per lasciare spazio solo alla dimensione genitoriale. Tutto ciò determina difficoltà nel tollerare l’intimità con l’altro, impossibilità di comunicare e profonda distanza emotiva, che sembra bloccare il movimento in questi sistemi ed il tempo evolutivo della famiglia stessa, in una dinamica di collusione ed autoinganni che inchioda i partner a mantenere una posizione nella coppia in continuità con quella da sempre assunta nella propria famiglia di origine. Ad esempio se sono stato un figlio invisibile, tenderó a scegliere un partner che metterà al centro della relazione i suoi bisogni, a discapito dei miei.

Come affrontare questa dinamica

Alla luce di tutto ciò risulta fondamentale riflettere a più livelli e comprendere quanto il rapporto genitori-figli sia strettamente interconnesso al rapporto di coppia e quanto questo, a sua volta, sia influenzato dal rapporto che ognuno dei partner intrattiene con la propria famiglia di origine. Sicuramente un lavoro psicoterapeutico, che va ad approfondire i processi di differenziazione, sia nel caso determini un rilancio dello spazio di coppia, sia nel caso conduca ad una separazione coniugale autentica e consapevole, ha comunque un effetto curativo e liberatorio per i figli. Questi devono essere aiutati, in primis dai genitori stessi, ad abbandonare la loro posizione all’interno del sistema così centrale, ma allo stesso tempo di “figli adultizzati”, privi di bisogni propri e dunque invisibili nella loro individualità, per permettere loro di non stare sempre “Tra”, ma di trovare un loro posto che non sia più funzionale esclusivamente al benessere del sistema e degli adulti. Solo così si potrà spezzare la catena di dipendenza multigenerazionale e porre fine al circolo vizioso, riuscendo a fare scelte finalmente libere da vincoli di lealtà familiari.


A cura della Dott.ssa Martina Mauti

Psicologa-Psicoterapeuta

 

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