Ridurre i tempi di soccorso con il drone salvavita
L’Italia abbraccia la tecnologia nel campo del soccorso salvavita con il lancio del progetto sperimentale SEUAM (Sanitary Emergency Urban Air Mobility), che vede l’utilizzo di droni specializzati equipaggiati con defibrillatori semiautomatici. Il recente successo del primo test a Taranto ha segnato un passo significativo verso l’integrazione di strumenti avanzati nelle operazioni di emergenza, grazie alla collaborazione della Società Italiana Sistema 118 (SIS 118) e di partner tecnici e istituzionali.
Il primo test
Il test inaugurale, condotto nel molo di Sant’Eligio a Taranto, ha visto il coinvolgimento di un drone appositamente progettato per trasportare un defibrillatore in scenari di arresto cardiaco improvviso. In questa simulazione, un testimone ha fornito i primi soccorsi sotto la guida della Centrale Operativa 118, prima che il drone consegnasse l’apparecchio agli infermieri sul posto, consentendo l’avvio tempestivo delle procedure di rianimazione.
Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis1118, inventore e leader project della sperimentazione, ha sottolineato l’importanza critica di ridurre i tempi di intervento nei casi di arresto cardiaco improvviso. “Abbattere drasticamente i tempi del soccorso alla vittima di un arresto cardiaco improvviso, assicurando entro i primi 3 minuti dall’insorgenza l’inizio delle compressioni toraciche ed entro i primi 5 minuti l’erogazione della scarica elettrica erogata dal defibrillatore, se necessaria, fa la differenza tra la vita e la morte – sottolinea Balzanelli – perché consente di salvare, e quindi di recuperare pienamente alla vita senza esiti neurologici almeno il 40% di questi soggetti, altrimenti destinati a morte certa”.
L’obiettivo
L’obiettivo primario del progetto SEUAM è ridurre le morti evitabili causate da malore o trauma, trasportando strumenti salvavita come defibrillatori, farmaci e sangue tramite droni iperveloci controllati dalle Centrali Operative 118. Questo approccio mira ad integrare e supportare le attività di soccorso dei mezzi tradizionali inviati dal Sistema di Emergenza Territoriale 118, soprattutto in scenari ad alta criticità.
Balzanelli ha chiarito che il test a Taranto ha fornito un’importante base operativa, con particolare attenzione all’integrazione tra i soccorritori iniziali, la regia della Centrale Operativa 118 e l’utilizzo efficace dei droni. I prossimi test, previsti in altre località come Altomonte il 17 marzo, saranno cruciali per valutare ulteriormente le dinamiche operative e raffinare i protocolli di intervento.
Progetti futuri
Il prossimo passo del progetto SEUAM sarà l’introduzione di “Apteron”, un drone iperveloce dotato di intelligenza artificiale, che promette di essere un protagonista chiave nelle operazioni di soccorso. La sua presentazione prevista a luglio sollecita un’attesa carica di speranza per un futuro in cui la tecnologia continuerà a giocare un ruolo sempre più centrale nel salvare vite umane in situazioni di emergenza.
L’avvento dei droni e dell’intelligenza artificiale nel soccorso salvavita italiano segna un passo importante verso un futuro più sicuro e efficiente. L’innovazione continua a essere un pilastro fondamentale nella lotta per la salvaguardia delle vite umane, e il progetto SEUAM rappresenta un esempio tangibile di come la tecnologia possa essere impiegata per il bene della comunità.