L’Orso polare è considerato il re dell’Artico: il carnivoro terrestre più grande del pianeta e una delle specie più iconiche al mondo. I cambiamenti climatici provocati gli  stanno rendendo la vita sempre più difficile, il suo habitat è più fragile e la sopravvivenza di questa maestosa specie è seriamente minacciata. Oggi, 27 febbraio si celebra la Giornata Mondiale dell’Orso polare e in questa occasione il WWF Italia lancia l’allarme. Gli orsi polari hanno bisogno del ghiaccio marino per potersi muovere in vasti territori e andare in cerca di cibo, ma se i trend di fusione delle calotte polari e la scomparsa di habitat idoneo proseguiranno come negli ultimi decenni, da oggi al 2050 potremmo perdere fino al 30% della popolazione di orso polare.

Cosa si può fare?

Per assicurare un futuro all’orso polare (e non solo) è necessario prima di tutto lottare contro il cambiamento climatico, agendo direttamente sulle cause che stanno provocando il riscaldamento globale, principale causa della scomparsa dell’habitat dell’orso polare. Occorre per questo fare pressioni su governi e aziende, puntando su rinnovabili e tagliando drasticamente le emissioni di CO2 provocate dai combustibili fossili, responsabili dell’effetto serra e dell’aumento costante delle temperature.

Il progetto del WWF

Il WWF lavora da anni per combattere le minacce che stanno affrontando gli orsi polari e per garantire loro un futuro. Il progetto del WWF Last Ice Area si riferisce a una delle zone meglio conservate dell’Artico a cavallo tra Canada e Groenlandia e ha l’obiettivo di gestire e tutelare l’area per il benessere e la sopravvivenza degli orsi polari e delle altre specie artiche, offrendo loro un rifugio sicuro.