La giovane ragazza era diventata una paladina della lotta alle malattie rare in seguito alla diagnosi di angiosarcoma cardiaco che l’aveva colpita
Nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 si è purtroppo spenta Sofia Sacchitelli, ragazza 23enne di Genova, studentessa di Medicina al quinto anno che aveva scoperto di essere affetta da un angiosarcoma cardiaco, un tumore del cuore molto aggressivo che colpisce 2-3 casi per milione di abitanti.
Avevamo già parlato della sua storia in un nostro articolo: la diagnosi, il suo appello, ma soprattutto la sua voglia di reagire alla sentenza che l’aveva colpita fondando l’associazione Sofia nel cuore, che attraverso una raccolta fondi, vuole portare avanti un progetto di ricerca scientifica per migliorare la qualità di cura e ampliare l’offerta terapeutica per i pazienti affetti dal suo stesso male.
“Il mio sogno sarebbe che nessuno mai più ricevesse una sentenza di morte come è capitato a me e a tutte le persone che hanno lottato contro la stessa malattia” spiegava Sofia.
Sulla pagina social @sofianel_cuore aveva raccontato la sua storia, indicando il codice IBAN è IT56 M030 6909 6061 0000 0194 003 a cui fare la donazione per sostenere la fondazione.
Dimostrazioni di solidarietà da parte di tutti
Nelle scorse settimane il rettore dell’Università di Genova Federico Delfino le aveva assegnato la “Medaglia d’oro a Sofia dell’Università di Genova per il suo altruismo e la sua forza”, nel corso di una commovente cerimonia.
Tra le tante dimostrazioni di solidarietà, anche Genoa e Sampdoria avevano contribuito alla causa scendendo in campo con la patch “Sofia nel cuore” all’interno del colletto delle maglie, comunicando anche sui loro social l’iniziativa dell’associazione.
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e la giunta regionale hanno espresso il loro cordoglio per la scomparsa di Sofia “e si stringono attorno alla famiglia in questo momento di dolore. In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, la sorella Ilaria aveva preso parte alla maratona no-stop organizzata da Regione Liguria, raccontando l’impegno della sorella, offrendo la propria testimonianza di donna e parlando del lavoro che la sorella portava avanti per lo sviluppo della nostra società” si legge nella nota.
Sofia, un esempio che non dimenticheremo mai
“Ho sempre amato la vita, adoravo riempirmi le giornate di impegni e circondarmi di persone positive. Non ho mai avuto rimpianti e grazie al sostegno e ai sacrifici dei miei genitori sono sempre riuscita a fare tutto ciò che mi rendesse felice e mi facesse stare bene. Il destino purtroppo mi ha impedito di realizzare tutti i progetti che avevo in mente: diventare medico, sposarmi, avere dei bambini, passare dei momenti con le persone che amo, andare a vedere la Samp con mio papà e mia sorella, viaggiare, accudire i miei genitori da anziani e invecchiare. Il pensiero più angoscioso e tormentoso per me rimane il fatto che due genitori rimarranno senza la loro creatura, una ragazza senza la sua adorata sorella minore e un ragazzo senza l’amore della sua vita; a questo non riuscirò mai a trovare una giustificazione che mi dia pace” raccontava Sofia. “Non lo faccio per me. Tra un po’ morirò. Mi sono data anima e corpo al progetto che avevo in testa. Non è stato semplice ma ce l’ho fatta. L’associazione a cui ho dato vita è una bella realtà. E forse, in un certo senso, anche il mio futuro”.
La redazione di Qui Salute Magazine si stringe con affetto al dolore della famiglia, dei cari e di tutti coloro che volevano bene a Sofia.