Intervista al Dott. Nicola Ursino sulle infiltrazioni di acido ialuronico per trattare l’artrosi del ginocchio

L’artrosi di ginocchio è una patologia degenerativa che colpisce l’articolazione del ginocchio, caratterizzata dalla progressiva usura della cartilagine. Questo processo porta a dolore, rigidità e limitazione dei movimenti, compromettendo significativamente la qualità della vita. Tra le opzioni terapeutiche per alleviare i sintomi e migliorare la funzionalità articolare, le infiltrazioni di acido ialuronico rappresentano una soluzione efficace.

L’acido ialuronico è una sostanza naturalmente presente nel liquido sinoviale, che lubrifica e ammortizza l’articolazione. Quando viene iniettato direttamente nel ginocchio affetto da artrosi, aiuta a ripristinare la viscosità e l’elasticità del liquido sinoviale, riducendo l’attrito tra le superfici articolari. Questo trattamento può diminuire il dolore, migliorare la mobilità e ritardare la necessità di interventi chirurgici, come la sostituzione protesica del ginocchio.

Importante consultare uno specialista per valutare l’appropriatezza di questo trattamento in base alle specifiche condizioni del paziente. Capiamo di cosa si tratta insieme al Dott. Nicola Ursino, Chirurgo ortopedico specializzato nel trattamento di anca e ginocchio e responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Articolare Sostitutiva e Chirurgia Ortopedica C.A.S.C.O. presso l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano.

 

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Dott. Nicola Ursino

Quando si ricorre a questo trattamento?

L’utilizzo di questo trattamento, che si esplica per via infiltrativa, cioè con la possibilità di inserire la sostanza all’interno dell’articolazione, è indicato nelle forme artrosiche lievi oppure quando il paziente non è più in grado di subire un intervento chirurgico e quindi si deve necessariamente optare per un trattamento di tipo conservativo.

 

Come agisce l’acido ialuronico?

L’acido ialuronico è una sostanza che viene prodotta all’interno delle nostre articolazioni attraverso un sistema di filtrazione della membrana sinoviale, che è responsabile della produzione del liquido sinoviale che permette l’ossigenazione e il nutrimento delle nostre cartilagini. Fondamentalmente ha la capacità di aumentare la lubrificazione dell’articolazione, quindi una proprietà visco suppletiva, ed è  anche anche in grado di stimolare le cellule a produrre del nuovo acido ialuronico. L’acido ialuronico ha anche capacità di tipo antinfiammatorio, andando ad agire su specifici recettori che sono anche responsabili della nutrizione stessa della cartilagine.

 

Generalmente quante sedute sono necessarie?

In commercio esistono diverse tipologie di acido ialuronico. Esistono acidi ialuronici a basso peso molecolare, medio peso molecolare e alto peso molecolare, e acidi ialuronici che vengono chiamati cross linkati, cioè che hanno la capacità di non venire aggrediti dai nostri macrofagi cioè dalle cellule che hanno una funzione di ‘spazzini’ del nostro organismo. Ognuna di queste tipologie ha un’indicazione di tipo diverso. Normalmente se si usa un acido ialuronico ad alto peso specifico è sufficiente una sola somministrazione, mentre se si utilizzano altre tipologie di acidi ialuronici le somministrazioni possono variare da tre a cinque.

 

Che differenza c’è tra acido ialuronico ad alto e a basso peso molecolare?

L’acido ialuronico a basso peso molecolare ha una funzione lubrificante, con elevata attività biologica e buona funzione analgesica. Per queste sue caratteristiche si utilizza maggiormente acido ialuronico a basso peso molecolare nei gradi iniziali di artrosi o nelle condropatie.

L’acido ialuronico ad alto peso molecolare ha un effetto ammortizzatore e quindi una maggiore attività analgesica, ma un’attività biologica minore e viene utilizzato principalmente nei casi di artrosi di grado maggiore.

 

È verosimile riuscire ad evitare l’intervento chirurgico grazie alle infiltrazioni?

Questo è l’obiettivo. Vi sono pazienti che rimangono soddisfatti per parecchio tempo dall’utilizzo di questa strategia. Nel momento in cui il paziente non avverte più beneficio è necessario rivalutare la situazione, andando generalmente incontro all’intervento chirurgico.