La stagione autunnale è prossima e per molti arriva dopo un’estate segnata da poco relax e dall’impossibilità di andare in vacanza. La crisi economica, esacerbata dalla pandemia, ha limitato le possibilità di molte persone. Un autunno che arriva dopo anni di stress intenso, nella migliore delle ipotesi.
L’emergenza psicologica e sociale
Le condizioni di sofferenza psicologica pervasiva slatentizzate ed esplose durante la pandemia sono infatti un allarme concreto e attuale per la salute pubblica e continuano a rappresentare un’urgenza, che fatica a trovare una risposta efficiente e tempestiva nei servizi di cura, sempre più sguarniti di personale, una rete capillare di supporto e prevenzione.
Le generazioni tutte sono coinvolte in prima linea nella difficoltà di riappropriarsi di una possibilità di futuro. È il senso di precarietà, già caratteristico dei tempi odierni, che si è enfatizzato in questi ultimi faticosi anni e con i recenti sviluppi di cronaca mondiale.
Protagonisti di un disagio significativo sono i giovanissimi, gli adolescenti che vivono stati depressivi acuti, agiscono atti autolesionisti, violenze di gruppo, utilizzano sostanze stupefacenti o trascorrono le giornate in una condizione di ritiro sociale.
Soffrono gli anziani e i bambini, limitati nella fonte vitale più importante per la loro età: le relazioni interpersonali. Le famiglie sono stanche e affannate. Il clima sociale è teso, ostile, spesso divisivo. Non è un tunnel buio ma una rappresentazione fedele degli aspetti di fragilità che non possono essere negati e che costituiscono il bagaglio con cui si approda al nuovo autunno.
Dalla Disperazione alla Resilienza
Anche nelle condizioni di maggiore criticità è possibile sentire una spinta vitale, la voglia di futuro, l’impegno nel presente. I giovani adulti che quest’anno hanno celebrato il loro matrimonio sono stati molti, non scoraggiati dalle varie posticipazioni della data a causa dell’emergenza sanitaria, ma motivati verso la costruzione di un’avvenire.
È un esempio che rappresenta il desiderio di crescita e di realizzazione. Le crisi sottendono una faticosa opportunità, quella di essere attraversate con resistenza e resilienza.
La resilienza è la capacità di fronteggiare gli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita alla luce delle difficoltà, acquisendo un ruolo attivo e nuove consapevolezze verso la crescita personale.
Autunno 2022: integrazione di fragilità e risorse, di limiti e possibilità
Gli aspetti più colpiti dalla pandemia, oltre a quelli più evidenti, da un punto di vista inconscio ed emotivo, riguardano le dimensioni del controllo, della paura dell’altro, del timore di ammalarsi, dell’esperienza della morte; quindi stati ansiosi, depressivi, isolamento sociale.
È un prezioso allenamento sul senso del limite: “non tutto dipende da noi”. Un’ onnipotenza sconfitta che non deve trasformarsi in “impotenza” ma in “Responsabilità”.
È comprensibile la rabbia verso l’esterno, la frustrazione, l’esasperazione ma esiste sempre la possibilità e il diritto di appropriarsi del senso di Responsabilità soggettiva, che riguarda l’agire su ciò che è nelle proprie facoltà.
Non si possono prevedere le nuove direttive sanitarie e normative, né l’evoluzione ma del virus, ma si può acquisire salda consapevolezza su ciò, che nella crisi, si è appreso: l’essenziale valore della vita, delle relazioni, della salute, il diritto al lavoro, il bisogno di crescita.
Ciascuno nella propria piccola realtà può prendersi cura di ciò che nutre e sostiene in un tunnel dove se non arriva la luce fuori è importante iniziarla a rintracciare dentro di sé.
A piccoli passi
Sarà quindi fondamentale procedere a piccoli passi, giorno per giorno, ma con senso di sé stessi, con orientamento interno, contrastando alcuni rischi e favorendo nuove opportunità.
Tra i numerosi aspetti da attenzionare, citiamo alcune parole chiave su cui sviluppare una riflessione:
- Ansia: è una condizione psicofisica ed emotiva fisiologica, può accompagnare nel riconoscimento del pericolo, svolge una funzione adattiva. Se diviene però intensa e pervasiva compromette le funzionalità della persona, rischiando anche di offuscare la lucidità nell’individuazione del rischio.
- Rabbia: è un’emozione sana se adeguatamente riconosciuta ed espressa. È comune in questo periodo storico provare rabbia verso chi occupa posizioni di potere, quando non ci si sente tutelati, quando non si percepisce chiarezza. Il rischio è che la rabbia venga canalizzata in modo disfunzionale, o verso se stessi o verso il prossimo, sfogata con un passante per una banale discussione per strada.
- Sfiducia: È comprensibile provare un senso di sfiducia verso il futuro ma è importante che ciò non si trasformi in rassegnazione e passività. È inoltre fondamentale che la sfiducia non venga ciecamente generalizzata a tutto ciò che ci circonda.
- Tempo: Una sensazione che riguarda molte persone è la percezione di un tempo sospeso. È importante ripristinare il valore del tempo, trasformando la sospensione in riflessione, costruzione, movimento.
- Ascolto: i ritmi frenetici, il fare incessante ostacolano la possibilità di ascolto di sé e dell’altro. Il rischio è perdere il contatto profondo con sé stessi, la consapevolezza di sé , saper rispondere alla domanda “cosa faccio nella vita?” ma non alla domanda “chi sono io?”.
- Relazione: la relazione è stata la dimensione maggiormente colpita dal fenomeno pandemico. Ciò ha permesso di riscoprirne l’importanza: nasciamo e cresciamo nella relazione, scopriamo il senso di noi stessi nella relazione. Il bisogno di relazione confligge con la paura del contatto con l’altro come fonte di contagio. Per curare la relazione con gli altri è fondamentale curare la relazione con sé stessi, verso una possibilità di incontro autentico e intimo.
Dottoressa Giulia Gregorini, Psicologa e Psicoterapeuta
A cura della Dott.ssa Giulia Gregorini
Psicologa – Psicoterapeuta